VIDEO | Zevi: “Se c’è un big di centrosinistra per Roma si faccia avanti ora”

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Tobia Zevi1

"Altrimenti primarie entro l'anno, è già tardi" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – ‘Se c’e’ un grande nome che vuole fare il sindaco di Roma e’ il benvenuto. Ma ce lo deve dire, altrimenti bisogna fare le primarie per trovare il candidato del centrosinistra entro l’anno, perche’ e’ gia’ tardi’. Promotore dell’Osservatorio ‘Roma puoi dirlo forte’, Tobia Zevi, classe 1983, guarda la citta’ ‘ridotta in stato quasi comatoso da Virginia Raggi’ e chiede al suo schieramento di non aspettare altro tempo. Senza escludere una sua candidatura. Ecco l’intervista rilasciata all’agenzia Dire:

– Dalla nascita dell’Osservatorio ‘Roma puoi dirlo forte’ sono passati quattro anni, gli stessi che hanno visto Roma governata dalla Giunta pentastellata di Virginia Raggi. Come trova la citta’ e come giudica quest’esperienza di governo?

‘Ci mettemmo insieme nel 2015-2016 perche’ pensavamo che dopo Mafia capitale servisse un recupero d’orgoglio da parte dei cittadini romani e che ognuno dovesse dare il suo contributo per cercare di migliorare la citta’. Nel frattempo sono successe tante cose, ma certamente i problemi di Roma non sono stati risolti. Mi sembra incredibile che l’attuale sindaca vada in giro raccontando di progressi straordinari dopo il lockdown, perche’ invece cio’ che vediamo e’ una citta’ che soffre moltissimo, per certi aspetti e’ quasi in uno stato comatoso e purtroppo il peggio deve ancora arrivare: da settembre finiranno cassa integrazione e blocco dei licenziamenti e assisteremo a un aggravarsi della crisi gia’ drammatica per molti. Dobbiamo fare qualcosa’.

– Sembra pero’ che la sindaca Raggi punti a un bis.

‘Da un certo punto di vista e’ anche ammirevole per questa narrazione assolutamente surreale di grandi progressi nella gestione della citta’. Anziche’ porci il problema di come proiettarci nei prossimi anni dopo lo sconvolgimento clamoroso causato dal Coronavirus, siamo qui a celebrare di volta in volta il fatto che viene sfalciato un prato. Per carita’, se fossero fatte davvero sarebbero cose anche importanti, ma in realta’ sappiamo che abbiamo parchi e giardini interi abbandonati. A me sembra che la sindaca viva un po’ in una realta’ parallela. Questa amministrazione e’ stata assolutamente disastrosa. Una volta mi sono spinto a dire che e’ il sindaco peggiore dopo Nerone, ma al di la’ della battuta io credo che questa sia un’esperienza che va conclusa. Sono i romani a volerlo. Dunque, auguri alla sindaca e alla sua campagna elettorale, ma penso che non la vincera’ e penso anche che bisogna costruire un’alternativa.

– In effetti anche il Movimento cinque stelle sembra diviso su questa ricandidatura. Cosi’ come pero’ sembra diviso il centrosinistra sui passi da compiere per la Capitale. Che cosa ne pensa?

‘Per quanto riguarda l’elettorato Cinque stelle, credo che stia attraversando una fase di crisi che va rispettata, perche’ in realta’ molte delle persone che hanno votato Raggi la volta scorsa riponevano in lei la fiducia vera in un vero cambiamento e rinnovamento della politica cittadina. In questo senso, essendo delusi come tutti noi oggi attraversano una fase di travaglio che va rispettata e a cui bisogna dare delle risposte, perche’ quello era anche un voto di protesta a fronte di sbagli e di errori che furono fatti in quel momento. Questo travaglio va rispettato, bisogna dargli un’opportunita”.

– A suo avviso sarebbe possibile un quadro politico romano che rispecchi quello nazionale che vede Centrosinistra e M5s governare insieme?

‘Non e’ per buttarla in tribuna, ma io credo che soprattutto a livello locale la cosa decisiva siano le soluzioni dei problemi. Da questo punto di vista non e’ ne’ una situazione obbligatoria ne’ una cosa da evitare. I due elettorati secondo me sono molto contigui in alcuni aspetti. Per esempio, credo che il lavoro degli attivisti del Movimento che porto’ all’elezione di Virginia Raggi fu anche molto nobile, di territorio, di strada. È un lavoro che ovviamente va fatto ed e’ importante farlo. Loro in quel momento lo fecero meglio di tanti altri e meglio del centrosinistra. Oggi tutto questo va ricostruito per la delusione arrivata da Virginia Raggi, ma anche per creare un progetto di citta’. Che Roma vogliamo tra 10 anni?’.

– Veniamo allora al centrosinistra. Si aspetta il grande nome per capire chi sara’ il candidato sindaco di questo schieramento?

‘E’ veramente inaccettabile l’idea che si possa aspettare sei mesi in attesa di un presunto grande nome prima di fare qualcosa per questa citta’. Questo e’ un errore capitale che noi abbiamo gia’ fatto in passato: l’idea di pensare di potersi affidare all’uomo solo al comando senza tenere conto della complessita’ del problema. Roma non puo’ aspettare sei mesi. Serve un progetto a partire da oggi, ed e’ gia’ tardi per certi aspetti. E allora dico: andiamo a vedere sul concreto se esistono dirigenti nazionali di prestigio, grandi nomi che vogliono fare il sindaco di Roma. Se ci sono, e magari ci fossero, sono naturalmente i benvenuti. Ma ce lo devono dire. E poi attorno a queste figure bisogna costruire una squadra e un programma di governo. Se invece non ci sono questi grandi nomi, e non lo dico con ironia ma sinceramente, secondo me bisogna assolutamente definire un percorso che conduca a un candidato o una candidata attraverso le primarie che devono essere svolte prima della fine dell’anno. E poi servono una serie di grandi proposte per la citta’ che oggi sta soffrendo. Questo grido, cosi’ lo chiama la Diocesi romana, va ascoltato e va elaborato in una proposta di governo. Ma questa cosa va fatta oggi. Non si puo’ fare domani o addirittura dopo le regionali.

– Talvolta sembra di assistere a una sorta di ‘fuggi fuggi’ di possibili candidati dal ruolo di sindaco di Roma. Sembra quasi una ‘rogna’ da evitare, come si dice.

‘Questa e’ una cosa che a me manda letteralmente in bestia e credo che faccia lo stesso effetto a molti romani. Fare il sindaco di Roma e’ e deve essere considerato uno dei piu’ grandi onori, se non il piu’ grande onore che possa capitare a un politico romano nella sua vita. È una delle cariche piu’ importanti dello Stato. L’idea che oggi sia diventata una rogna e’ il segno da una parte della crisi della citta’, ma dall’altra anche della crisi della politica. Dobbiamo recuperare un orgoglio non solo di cittadini romani, ma anche di dirigenti politici romani. Fare il sindaco di Roma o fare l’assessore o il dirigente in questa citta’ e’ un onore grandissimo.

– Lei lo farebbe? Si candiderebbe a sindaco di Roma?

Dobbiamo prima di tutto sapere se ci sono le primarie. Una volta che sappiamo questo, chiunque puo’ correre mettendo in campo una proposta che sia credibile. Non ha senso pensare all’uomo solo al comando, servono tante persone intorno, tante idee e tanta voglia di lavorare. E soprattutto l’orgoglio e l’amore per questa citta”.

– Se diventasse sindaco, quali sono le tre cose che farebbe subito per far rialzare Roma da questa crisi?

Tre idee e una proposta concreta. Parto da quest’ultima: un grande progetto internazionale di recupero di piazza dei Cinquecento davanti alla stazione Termini. È incredibile che in una Capitale del turismo e della cultura mondiale come Roma ci sia una porta d’ingresso che e’ un parcheggio di macchine e autobus davanti al Museo nazionale romano, che e’ uno dei piu’ belli del mondo. Dobbiamo dare un segnale di recupero anche simbolico di questa citta’, un grande progetto di rinnovamento. E poi ci sono tre grandi questioni: la prima riguarda la poverta’ e le disuguaglianze. Roma e’ una citta’ profondamente ingiusta in questo momento e rischia di diventarlo ancora di piu’ in futuro. Di fronte a questa crisi bisogna reagire con politiche sociali molto forti, ma anche con un’idea. Qual e’ la vocazione economica di Roma? Questa e’ una grande riflessione che il prossimo sindaco deve fare, tenuto conto che Roma e’ una questione nazionale. Il secondo punto riguarda lo spazio pubblico: Roma e’ tra le piu’ belle citta’ del mondo, ma oggi e’ nel degrado piu’ assoluto. La Capitale deve rifondare una sua qualita’ dello spazio pubblico che sia sostenibile, ecologico e verde attraverso un ripensamento della mobilita’ che tenga conto anche dell’enorme cambiamento avvenuto con il Coronavirus. Il terzo pilastro, per certi aspetti quello principale, e’ una profondissima riforma dell’amministrazione da un punto di vista sia istituzionale, quindi decentramento e sburocratizzazione, ma anche in termini della partecipazione. C’e’ una risorsa preziosissima che e’ l’energia delle moltissime romane e moltissimi romani, non solo persone singole, ma anche associazioni e comitati, che in questi anni hanno continuato a fare delle cose incredibili senza essere ascoltati da nessuno. C’e’ bisogno di una modalita’ di coinvolgimento di questo tessuto sociale, una risorsa che viene dal basso e che puo’ davvero cambiare le cose in questa citta”.

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