VIDEO | Corruzione a Trapani, arrestato sindaco e capo dei vigili di Favignana

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Giuseppe Pagoto_sindaco di favignana

Tra il primo cittadino Giuseppe Pagoto, e il Comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, entrambi finiti agli arresti domiciliari, ci sarebbe stato "un esplicito accordo corruttivo" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print PALERMO – Il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, e’ agli arresti domiciliari. A eseguire la misura e’ stata la guardia di finanza, che ha messo in atto otto misure cautelari decise dal gip di Trapani su richiesta della Procura. L’inchiesta, denominata ‘Aegades’ e coordinata dai pm Rossana Penna e Matteo Delpini, ipotizza per gli indagati i reati, a vario titolo, di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata liberta’ degli incanti e turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Queste le misure restrittive eseguite dalle fiamme gialle: quattro arresti domiciliari, tre divieti di dimora e un obbligo di dimora. Eseguite anche tre misure interdittive dall’esercizio di pubblico ufficio. Oltre a Pagoto, ai domiciliari sono finiti anche il Comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, l’ex vice sindaco Vincenzo Bevilacqua e una dipendente di una compagnia di navigazione con sede a Napoli. Per l’assessore all’Ambiente del Comune di Favignana, Giovanni Sammartano, e’ stato disposto il divieto di dimora. Pagoto e’ al secondo mandato da sindaco: eletto una prima volta nel 2013, e’ stato riconfermato nel 2018 con il supporto di una lista civica. Le indagini sono partite nel 2017, quando la Procura delego’ alla Tenenza della guardia di finanza di Favignana un approfondimento su un anonimo in cui veniva segnalata una “non trasparente gestione del Comune”, oltre a presunti abusi d’ufficio che sarebbero stati commessi dal sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici dell’ente. Per alcune delle ipotesi di reato, secondo le fiamme gialle, e’ stata trovata “conferma” dalle prime indagini ma il lavoro e’ andato avanti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali.


GDF: “GENERALE ILLEGALITÀ AL COMUNE DI FAVIGNANA”

Dall’indagine della procura di Trapani sul Comune di Favignana, isola delle Egadi, emerge “uno scenario di generale e diffusa illegalita’ nel funzionamento dell’apparato amministrativo dell’ente”. Lo sostiene la guardia di finanza di Trapani, che oggi ha eseguito diverse misure cautelari nell’ambito di una indagine per corruzione portata avanti dalla procura. Secondo le fiamme gialle, che hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari nei confronti del sindaco Giuseppe Pagoto, l’inchiesta avrebbe fatto emergere “la sistematica e piuttosto disinvolta commissione di molteplici illeciti“. Riflettori puntati, in particolare, sulla gestione delle risorse e degli approvvigionamenti idrici, sugli affidamenti di lavori e servizi pubblici “afferenti all’Area marina protetta delle Isole Egadi, alle attivita’ ispettive di competenza della polizia municipale e alle trattazioni di pertinenza del settore finanziario e dell’ufficio tecnico”. Dal Comando provinciale della guardia di finanza spiegano: “È stato accertato un accordo corruttivo tra il sindaco, il vicesindaco pro-tempore e un assessore del Comune di Favignana con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra societa’ di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento temporaneo di Imprese (Rti) che ha ottenuto dal ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia”. Dalle indagini sarebbe emerso anche “un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali – dicono le fiamme gialle – omettere volutamente l’effettuazione dei controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della societa’ di navigazione, nonche’ attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al dipartimento Acqua e rifiuti dell’assessorato regionale all’Energia un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato”. Tutto cio’ “allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le societa’ concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato per circa 2 milioni di euro”. Dal canto loro gli imprenditori che sarebbero stati favoriti da “tale collaudato illecito sistema”, avrebbero “ricompensato” i funzionari pubblici “con varie utilita’, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla compagnia di navigazione o mediante l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana”. Contributi che sarebbero stati poi “ridistribuiti”, secondo l’accusa, dal sindaco alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale.

ACCORDO CORRUTTIVO TRA SINDACO E CAPO DEI VIGILI DI FAVIGNANA

Tra il sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, e il Comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, entrambi finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta ‘Aegades’ della procura di Trapani, ci sarebbe stato “un esplicito accordo corruttivo”. Lo sostiene la guardia di finanza, che ha eseguito le misure cautelari disposte dal gip. A sostegno dell’accusa ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali in cui Oliveri “richiedeva e otteneva – e’ la ricostruzione delle fiamme gialle – quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato“. Tra le richieste anche “l‘assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area marina protetta delle Isole Egadi”, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere la funzione di direttore del Parco nazionale del Vesuvio. Tra i colpiti dalle misure cautelari personali figura proprio il precedente direttore dell’Area marina protetta, destinatario della misura coercitiva dell’obbligo di dimora nel comune di Roma e indagato per varie fattispecie di reato, tra cui ipotesi di corruzione in concorso col sindaco, legate all’assegnazione dei servizi ausiliari dell’Area a due cooperative sociali di Favignana. Pagoto, tramite il direttore pro tempore dell’Area marina protetta, avrebbe “garantito alle cooperative l’assegnazione diretta dei servizi ausiliari promettendo – ricostruiscono gli investigatori – altresi’ la stabilizzazione di parte del loro personale all’interno dell’ente”. Come “controprestazione” il sindaco avrebbe ricevuto “l’assunzione di persone a lui vicine che hanno appoggiato la sua campagna elettorale nel corso delle elezioni amministrative del 2018”. “Accertato – riferisce la guardia di finanza – inoltre che il sindaco ricompensava il direttore elargendogli somme di denaro pubblico e altre utilita’ non dovute, come ad esempio il rimborso di spese connesse a numerosi viaggi effettuati per finalita’ private al di fuori dalla Sicilia e fatti surrettiziamente figurare quali missioni istituzionali, nonche’ promettendogli uno strategico incarico di consulenza per la gestione dell’Area marina protetta successivamente alla cessazione dell’incarico di direttore”. Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

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