Vaccino, l’appello di Oxfam ed Emergency a Draghi: “Liberalizzare brevetti”

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ROMA – Oxfam ed Emergency hanno inviato quest’oggi una lettera al governo del primo ministro Mario Draghi e ai ministri degli Esteri, della Salute e dello Sviluppo economico, affinché l’Italia si impegni in sede europea e alla prossima riunione dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) dell’1 marzo, per la liberalizzazione dei brevetti, “ponendo fine al monopolio delle case farmaceutiche”.


Come scrivono le due organizzazioni umanitarie in una nota, senza un vaccino per tutti in ogni parte del mondo “andranno persi 9.300 miliardi di dollari a livello globale e innumerevoli vite stando ai dati tratti da uno studio commissionato dalla International Chamber of Commerce (Icc) Research Foundation”. Allo stesso tempo, avvertono i due organismi umanitari, “una diffusione incontrollata del virus, aggravata dai ritardi nelle consegne delle dosi in molti paesi, rende probabile – come del resto sta già avvenendo – il rapido sviluppo di mutazioni, che potrebbe rendere obsoleti i vaccini esistenti e vanificare tutti gli sforzi messi in campo dai governi per fermare la pandemia: oltre 83 mila miliardi di dollari di denaro dei contribuenti, stanziato a livello globale per lo sviluppo dei vaccini, stando ai dati raccolti dalla Fondazione kNUP”.

Oxfam ed Emergency continuano osservando che, “mentre Pfizer, Moderna e AstraZeneca hanno la capacità produttiva per vaccinare solo 1/3 della popolazione mondiale, i paesi in via di sviluppo come ad esempio l’Uganda sono costretti a pagare fino a tre volte di più le dosi di AstraZeneca. Perciò, se le cose non cambieranno, nei paesi poveri solo una persona su dieci potrà essere vaccinata nel 2021″.

Rossella Miccio, presidente di Emegency ha dichiarato: “Lunedì 1 marzo, l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) si riunirà per valutare la proposta avanzata da India e Sud Africa di sospendere temporaneamente i diritti sulla proprietà intellettuale dei vaccini contro il Covid-19. Tutti i paesi in via di sviluppo- ha aggiunto Miccio- aspettano con il fiato sospeso una decisione fondamentale, l’unica che può garantire la speranza di contenere l’epidemia, per questo, chiediamo che l’Italia e l’Unione Europea sostengano questa richiesta. Se vogliamo lasciarci alle spalle la pandemia, a tutti i paesi – anche quelli a basso reddito – deve essere garantito l’accesso ai vaccini. Non è una questione di filantropia ma di tutela della salute pubblica e di giustizia”.

Oxfam ed Emergency ritengono che il meccanismo internazionale Covax “non potrà che garantire un numero limitato di dosi, a meno che non si aumenti la fornitura attraverso una più ampia capacità produttiva a livello globale, con una conseguente riduzione dei prezzi. Proprio il costo dei vaccini- si legge ancora- rappresenta un esempio dell’odiosa disuguaglianza di accesso ai vaccini che si registra oggi nel mondo, consentito anche dalle clausole di segretezza contenute nei contratti di acquisto, oltre che dalla facoltà lasciata a uno sparuto numero di grandi aziende farmaceutiche di decidere quali paesi potranno avere a disposizione il vaccino. Emblematico sul punto il caso dell’Uganda, che si è trovata a pagare 3 volte il prezzo di AstraZeneca, prodotto in India dal Serum Istitute, rispetto ai paesi europei. Secondo i dati a disposizione, l’Ue ha pagato il vaccino AstraZeneca meno di 2 euro per dose, mentre in Uganda lo stesso vaccino costerà circa 6 euro a dose: ciò significa che, includendo il trasporto, vaccinare una persona costerà all’Uganda 16 euro. I vaccini di Pfizer e Moderna sono invece molto più cari, al punto che l’Ue li ha pagati rispettivamente oltre 12 e 18 euro, e i paesi a basso reddito difficilmente potranno permetterseli”.

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Da Dire.it

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