Traffico di droga all’ombra del clan Santapaola, 25 arresti a Catania

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L'indagine, portata avanti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania e coordinata dalla Procura etnea, ha scoperto l'esistenza di "molteplici gruppi criminali organizzati" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


PALERMO – Blitz antidroga della guardia di finanza di Catania. L’operazione, con il supporto del Gruppo aeronavale di Messina e il supporto dei Comandi provinciali di Roma, Napoli e Palermo, ha portato all’arresto di 25 persone, di cui 21 in carcere e 4 ai domiciliari. L’accusa e’ di associazione finalizzata al traffico di droga aggravata dalla finalita’ di agevolare il clan mafioso Santapaola-Ercolano e dalla detenzione di armi. Sequestrati anche un’impresa e due immobili. L’indagine, portata avanti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catania e coordinata dalla Procura etnea, ha scoperto l’esistenza di “molteplici gruppi criminali organizzati” che venivano riforniti di cocaina, marijuana, hashish e crack da organizzazioni campane, albanesi, calabresi e laziali. Arrestati in flagranza sei corrieri della droga e sequestrati anche quattro chili di cocaina, 52 di marijuana e 25 di hashish.

La droga sequestrata dalle fiamme gialle era destinata al mercato della Sicilia orientale e avrebbe fruttato proventio per 2,5 milioni di euro. L’inchiesta e’ stata denominata ‘Shoes’ per via dell’utilizzo da parte degli indagati dei nomi di noti brand di calzature per comunicare i quantitativi di droga da movimentare. Una inchiesta figlia dell’operazione antidroga ‘Stop and Go’ scattata sempre nel capoluogo etneo nel maggio del 2019 e che porto’ in carcere 16 persone espressione di due diversi gruppi criminali con base a Catania e ramificazioni a Torino, Siena, Reggio Calabria, in Spagna e Sud America. L’indagine di oggi ha portato alla luce i traffici di droga portati avanti da due diversi gruppi, uno dei quali legato al clan Santapaola-Ercolano che spadroneggia a Catania. Il primo gruppo sarebbe stato capeggiato da Giuseppe Vasta, uno dei 21 finiti in carcere, che si riformiva di cocaina a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli. Qui operava Catello Gargiulo, anche lui finito in cella. Un secondo canale di fornitori era stanziato tra Scordia e Militello in Val di Catania, che procurava marijuana. Hashish e marijuana arrivavano anche dal Lazio, dove operavano gli albanesi Klodian Shkrela e Rodolf Sotiri, insieme con Salvatore Catania. Il secondo gruppo attivo nel traffico di droga sarebbe stato guidato da Sebastiano Sozzi, anche lui in carcere: secondo le fiamme gialle “si procurava cocaina e crack da fornitori catanesi e calabresi” insieme con la moglie, Silvana Mirabella, anche lei fra i 21 finiti in cella. Una parte dei proventi sarebbe finita anche alle famiglie di alcuni affiliati al clan Santapaola-Ercolano che si trovano in carcere. Sequestrato anche il ‘Bar Rocher’, che era stato aperto nel gennaio del 2018.

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