Siria: l’inferno del campo profughi di cui nessuno parla, dove donne e bambini vivono nel terrore di essere uccisi

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Nel territorio siriano, dilaniato da una guerra che va avanti da oltre 10 anni, non c’è tregua nemmeno nei campi profughi. Anzi, il campo di Al Hol, nel Nord-Est della Siria, è considerato uno dei luoghi più pericolosi al mondo per i bambini. Qui migliaia di bimbi e donne assistono quotidianamente a scene di violenza e omicidi e non di rado vengono assassinati.

A denunciare quanto avviene in questo posto dimenticato dal mondo è il nuovo report “Remember the armed men who wanted to kill mum?” pubblicato da Save the Children. Il rapporto arriva a distanza di poco più di un mese dall’ultimo assassinio di un bambino siriano. Nelle scorse settimane altri 5 sono stati feriti nel campo che dal crollo dello Stato Islamico nel 2019 ospita circa 57.000 sfollati siriani e iracheni (quasi la metà di loro è costituita da minori).

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Nel campo di Al Hol vengono uccise due persone a settimana

Da marzo 2019 sono ben 130 le persone che hanno perso la vita nel campo siriano. Lo scorso hanno hanno perso la vita circa due persone a settimane. Una strage silenziosa che, però, non fa notizia.

Secondo il report di Save The Children, realizzato intervistando più di 20 famiglie siriane e irachene, molti bambini hanno visto i loro vicini, parenti o amici uccisi nelle loro tende. Tanti altri, invece, hanno assistito a sparatorie, accoltellamenti e strangolamenti mentre si recavano a scuola o andavano al mercato a fare la spesa con le loro famiglie.

Hadia ha raccontato a Save the Children che suo figlio di 12 anni ha assistito all’omicidio del suo migliore amico e di suo padre. “Quando è tornato a casa si è rifiutato di mangiare o bere. Nei suoi sogni chiama sempre il nome del figlio del nostro vicino e mi chiede sempre perché il suo amico è stato ucciso e cosa ha fatto per meritarlo – ha raccontato – Dice “potrei essere ucciso proprio come il mio amico”. Durante il sonno ripete “il mio amico è stato ucciso, il mio amico è stato ucciso”. Sono passati nove mesi dall’incidente ma continua a fare ancora lo stesso sogno, erano molto legati.

Un’altra drammatica testimonianza arriva da un insegnante di nome Naser:

Un giorno i miei studenti sono venuti a dirmi che una donna e suo fratello erano stati uccisi. – ha spiegato con l’amaro in bocca a Save The Children – L’avevano visto mentre venivano a scuola. Mi hanno raccontato dettagliatamente come l’uomo fosse stato colpito, la sorella strangolata con un laccio da scarpe, mentre i loro figli urlavano e piangevano per l’assassinio dei genitori. Ho avuto paura a sentire ciò di cui sono stati testimoni. E non è un episodio isolato.

Nasr, invece, ha appena 5 anni ed è sopravvissuto a un tentativo di omicidio.

A volte noto che Nasr è preoccupato. – racconta la madre –  Gli chiedo cosa c’è che non va e lui mi risponde che vuole morire. Se gli dico che non dovrebbe dire una cosa del genere e che in futuro, quando sarà grande, diventerà un insegnante o un medico, risponde dicendo che non vuole. Vuole morire adesso.

Ma le storie di violenza e sofferenza sono davvero tantissime. Questo clima di terrore porta i bambini a soffrire di insonnia, a fare costantemente incubi che riguardano omicidi. Tanti di loro manifestano comportamenti aggressivi, non riescono a concentrarsi a scuola. In molti casi fanno anche la pipì a letto, vomitano e si rifiutano di mangiare, divorati dalla paura e dall’angoscia.

È del tutto inaccettabile che ci siano bambini di cinque anni ad Al Hol che dicono ai loro genitori che vogliono morire. – commenta Sonia Khush, direttrice di Save the Children Siria. – Non possono continuare a vivere in condizioni così penose. Il livello di violenza che sperimentano quotidianamente ad Al Hol è spaventoso.

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Fonte: Save the Children

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