Sigourney Weaver a Venezia “Elettrizzata dalla candidatura di Kamala”
Tempo di Lettura: 3 minuti VENEZIA (ITALPRESS) – “Ritengo di essere molto fortunata a lavorare in film che vadano oltre le persone che ne fanno parte. Spesso mi chiedo per quale motivo dovrei fermarmi. Devo ancora fare due Avatar, e credo di essere fortunata e di aver sempre rispettato questo lavoro. A volte ho desiderato fare di più ma poi […]
VENEZIA (ITALPRESS) – “Ritengo di essere molto fortunata a lavorare in film che vadano oltre le persone che ne fanno parte. Spesso mi chiedo per quale motivo dovrei fermarmi. Devo ancora fare due Avatar, e credo di essere fortunata e di aver sempre rispettato questo lavoro. A volte ho desiderato fare di più ma poi ho pensato, e lo ha pensato anche l’industria, che anche le donne un pò più anziane potessero interpretare ruoli interessanti”. Così l’attrice statunitense Sigourney Weaver, 74 anni, attrice iconica della saga di Alien e di Avatar, che questa sera riceverà alla Mostra del cinema di Venezia il Leone d’oro alla carriera, ha parlato di se stessa e della sua carriera nella conferenza stampa che si è tenuta oggi al Lido di Venezia. “Non ho fatto studi accademici nel cinema. E’ stato lavorare con Peter Weir per ‘Un anno vissuto pericolosamentè che ha fatto cambiare il mio approccio: con lui mi sono davvero innamorata del mondo del cinema”.
Weaver ha parlato anche del suo amore per il cinema italiano. “Mi sono innamorata dei film anche grazie a Fellini, Antonioni, De Sica. Sento che si tratta di un pianeta distante, a cui non sono arrivata: questo premio dovrebbe essere una clausola che dà la possibilità di venire in Italia e lavorare con i registi italiani, dovrebbe essere un pacchetto. Spero che ci sia ancora la possibilità di produrre film meravigliosi come Divorzio all’italiana. E’ difficile trovare qualcosa di paragonabile ai vecchi film italiani, perchè quei film ti portavano in un mondo diverso come se si stesse camminando sull’acqua”. A chi le ha chiesto che cosa pensi della cavalcata di Kamala Harris nelle elezioni americani, la Weaver ha detto che “siamo tutti elettrizzati rispetto a Kamala, e pensare che il mio lavoro possa avere un impatto su questo mi rende felice”. A proposito del primo indimenticabile Alien (1979), ha evidenziato che “quello che che ho sempre apprezzato di Ridley Scott è che la mia Ripley fosse una persona, e non soltanto una donna. Non doveva essere femminile per forza. In quel film, ho avuto la possibilità di recitare una parte che rappresenta ognuno di noi: quello che diventiamo quando non si ha tempo di essere coraggiosi. Le donne come lei si occupano delle sfide e delle crisi di oggi: sono sempre loro in prima fila. La mia fonte di ispirazione sono le donne reali, noi siamo tutto. Io nei film interpreto sempre donne forti perchè le donne sono sempre forti”. L’attrice di Alien ha poi aggiunto che si è sentita subito a suo agio “nel costume di Ripley, avevo un’uniforme celeste con dettagli rosa che mi è stata addosso perfettamente”. E anche in Aliens – Scontro finale (1986) di James Cameron, “lei era una donna con le sue contraddizioni, e poi quel sequel aveva una storia meravigliosa. Ripley è sempre molto forte, la buttano nello spazio e lei sopravvive, deve capire cosa fare e come farlo: nella saga di Alien c’è anche il tema delle donne che non possono rinunciare, e questo accade anche nelle opere di Shakespeare come La tempesta”. I punti di riferimento di Sigourney partono “dagli anni 30 e 40, quando i film erano pieni di donne meravigliose come Bette Davis. Poi mi ha ispirata Ingrid Bergman: ho lavorato con lei come assistente in uno dei miei primi lavori, avevo trascorso mesi con lei e quando bussavo alla sua porta le dicevo se aveva qualcosa da darmi e lei rideva sempre, con me è sempre stata carina e gentile”. Per la Weaver affermarsi nel mondo del cinema non è sempre stato semplice: “Ho sempre avuto un piano B, e anche io a un certo punto da giovane mi ero scoraggiata. All’Università di Yale le persone pensavano che volessi entrare nella televisione: io invece continuavo a lavorare anche nei teatri bruttissimi off Broadway, e poco a poco che andavo avanti ho pensato che avrei davvero potuto fare l’attrice come lavoro”. Infine, a chi le ha chiesto quale sia il genere di film in cui preferisce recitare, la Weaver ha risposto senza esitare: “Preferisco fare le commedie a tutti gli altri generi”. “Quando tornerò a Venezia, spero di farlo in una commedia diretta da un italiano”, ha concluso scherzando.
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