Scrivere a mano libera per comprendere meglio noi stessi

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Scrivere a mano libera: perchè?

Tra le tante cose che la modernità vuole mandare in soffitta, rischia di esserci anche la scrittura a mano libera Quella che ci hanno insegnato a scuola e forse abbiamo imparato con qualche difficoltà, quando la mano si ostinava a tracciare sgorbi incomprensibili invece di volteggiare leggiadra sul foglio.


Non serve più scrivere a mano, dicono molti. La scrittura a tastiera o a schermo è più facile e ormai utilizzata ovunque. Persino chi sa scrivere a mano quasi disimpara a farlo per mancanza di pratica. Dopo l’abbandono della calligrafia (intesa correttamente come “bella grafia”), tanto coltivata in passato, sarebbe quindi venuto il momento di abbandonare anche l’insegnamento della scrittura a mano. In molti stati americani esso è già obbligatorio soltanto nei primi due anni di scuola. Giusto il tempo necessario a non spedire nel mondo bambini del tutto incapaci di leggere la scrittura manuale, che comunque impiegherà tempo a scomparire, se mai lo farà.

Ma sarà vero che la scrittura a mano non serve più?

Anche mettendo da parte l’avversione di molti verso il nuovo e l’affetto delle vecchie generazioni per la loro scrittura “naturale”, la scrittura a mano e quella a tastiera o a schermo non sono equivalenti per la persona che scrive. Esperimenti dimostrano che la scrittura a mano coinvolge aree del cervello più vaste della sua corrispondente a supporto digitale. Questo fatto è in parte collegato alla complessità del gesto stesso dello scrivere, che mira a un controllo di precisione sul tratto, ottenuto tramite il coinvolgimento dei muscoli della mano e del braccio, ma indirettamente anche del collo e della schiena. Ma i motivi devono essere anche altri, se – come alcuni studi indicano – i bambini che hanno imparato a scrivere a mano imparano a leggere più velocemente, e sono anche più capaci di generare idee e conservare le informazioni.

Quando i bambini scrivono a mano libera, infatti, non solo producono più parole e più rapidamente di quanto facciano su una tastiera, ma esprimono anche più idee. Anche per gli adulti è provato che prendere appunti a mano libera aumenta la comprensione dei concetti e la velocità di apprendimento. Scrivere, però, ha anche un’importante valenza psicologica, che alcuni di noi possono aver apprezzato d’istinto, quando è loro capitato di sfogare sulla carta un momento psicologico di empasse.

La scrittura a mano libera

Innanzitutto la scrittura a mano è personale e unica, come le impronte digitali. Non esistono due grafie identiche, se non nel caso di una volontaria imitazione, comunque destinata a essere imperfetta. La grafia esprime qualcosa di noi, intendendo con “noi” sia la nostra personalità che il nostro stato emotivo. A tutti è capitato di dover scrivere in un momento di rabbia o di eccitazione, e avere notato come le lettere e gli spazi si modificassero al punto da rendere la grafia quasi irriconoscibile. Mentre scriviamo a mano libera compiamo un’operazione articolata, che unisce lo sforzo di controllare il tratto per renderlo comprensibile al di là delle differenze individuali a quello di mantenersi al passo con il fluire dei pensieri e il suo ritmo.

L’espressione dei pensieri

Le mie osservazioni di scrittrice mi fanno pensare che queste due caratteristiche, all’apparenza conflittuali, in realtà si combinino meravigliosamente nel favorire la produzione e l’espressione dei pensieri. Non rinuncio alla scrittura a tastiera, che offre allo scrittore un aiuto fondamentale, ma sento come fondamentali i benefici della scrittura a mano libera, che uso in tutti gli appunti preliminari e durante la revisione, oltre che in ogni momento in cui mi sia necessario trovare una soluzione a un problema. La mente è più creativa quando si scrive a mano, e più propensa a frugare con libertà nel serbatoio del possibile, oltre che del proprio vissuto. Scrivere a mano tende a smussare i picchi delle nostre reazioni negative, quali che siano. Dopo avere scritto ci sentiamo soddisfatti in qualche nostra esigenza, spesso nascosta alla nostra coscienza.

Nel momento in cui ciò che pensiamo e proviamo viene esteriorizzato in questa forma così personale, la nostra visione dei fatti si fa più chiara, i ragionamenti si sviluppano in modo più articolato. Scrivere a mano, oltre ad aiutarci a esprimere noi stessi, ci aiuta a comprenderci meglio e da qui partire per trovare soluzioni ai nostri problemi. Non meraviglia, quindi, che questo tipo di scrittura venga spesso utilizzato come terapia. Ma i benefici della scrittura a mano sono accessibili per chiunque, anche al di fuori dell’ambito strettamente medico E non serve essere scrittori per apprezzarli.

Di Grazia Gironella

La via delle parole

Un viaggio alla ricerca di noi stessi attraverso la scrittura

Sviluppare la creatività. Diventare consapevoli delle nostre potenzialità e acquisire una visione più ampia del mondo che ci circonda. Dare vita alle creazioni della nostra fantasia. Sono questi gli obiettivi ambiziosi a cui possiamo avvicinarci grazie alla parola scritta. Scrivere, infatti, oltre a essere una forma di espressione artistica, rappresenta anche un potente strumento per accedere a risorse interiori troppo spesso soffocate dalle abitudini e dagli obblighi della quotidianità.

Si scrive per conoscere meglio se stessi, e da questa conoscenza si può partire per cambiare in meglio la propria vita, di nuovo percepita come una sequenza di possibilità aperte sul futuro. Ma la passione per le parole può portare molto più lontano, verso la scrittura intesa come elaborazione di storie capaci di intrattenere il pubblico. Quello proposto da La Via delle Parole è un percorso alla portata di tutti, che collega il perseguimento della crescita interiore alla scrittura intesa nel senso più professionale del termine.

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