Sai calcolare l’età del tuo gatto? Quando si può considerare adulto?

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Quanti anni “umani” ha il tuo gatto? E quando possiamo considerarlo un adulto?

Tutti i padroni ricordano benissimo il momento in cui hanno portato a casa il proprio gatto, o un suo simile, e hanno stimato un’età partendo da quel giorno o ne hanno decisa una forfettaria. Ma quando si tratta di sapere che età umana avrebbe il gatto, lì sorgono i dubbi.


Non si tratta certo del calcolo più facile del mondo, ma rispetto ai cani, non bisogna tenere in considerazione degli elementi quali la taglia se si vuole scoprirla. Ecco dunque tutto ciò che c’è da sapere e come conoscerla. (Leggi anche: Quanti anni “umani” ha il tuo gatto? Ti spieghiamo la durata della vita del tuo felino)

Perché è importante conoscere l’età del gatto

I veterinari considerano i gatti fino a 14 anni felini come adulti, anziani dopo i 15 anni. Conoscere l’età del proprio gatto è indispensabile e non solo per sapere quanto il nostro amico a quattro zampe vivrà.

L’età è fondamentale per sapere come prendersene cura al meglio, garantendo all’animale tutto ciò di cui necessita sia in termini di cure che di alimentazione. L’alimentazione del nostro gatto deve variare al variare dell’età e delle sue esigenze. Molti gatti anziani hanno bisogno di crocchette apposite come ipoallergeniche, per problemi digestivi, renali o altre patologie che potrebbero insorgere anche con l’età, oltre che per via di altri fattori.

Oltre ad una dieta specifica, sono necessari controlli regolari dal veterinario perché i gatti sono comunque animali longevi. La vita media di un gatto si aggira intorno ai 15 anni, ma basti pensare che il gatto che ha vissuto di più di tutti secondo il libro Guinness Book of World Records aveva 38 anni.

Come calcolare l’età del gatto in anni umani

Per i gatti esiste una formula che potrebbe essere considerata universale poiché piuttosto standard. Per utilizzarla correttamente è necessario fare una distinzione tra il primo anno di vita del felino, il secondo e poi tutti gli anni successivi.

  • primo anno di vita: i primi 12 mesi di vita del gatto corrispondono a 15 anni umani in cui il nostro micino è in realtà un adolescente.
  • secondo anno di vita: dal primo al secondo anno vanno aggiunti ai precedenti 15 ben 9 anni umani per un totale di 24 anni.
  • dal secondo anno di vita in poi: basterà aggiungere 4 anni per ogni anno compiuto dal gatto.

Un gatto di 5 anni avrà perciò una età umana di 36

Come invecchia il gatto

Considerando quanto riportato nel precedente paragrafo in termini di età umana, i gatti tendono ad invecchiare molto rapidamente nei primi due anni di vita e più lentamente nei successivi. Ciò trova una spiegazione nei cambiamenti fisici e comportamentali che si verificano in quel preciso lasso di tempo nel micio e che corrispondono agli stadi dello sviluppo umano, seppur a grandi linee.

A differenza dei cani, nei gatti la razza e la statura non ha alcun peso in fatto di longevità. Si potrebbe pensare che, così come per i cani, anche gatti di taglie più minute tenderebbero a vivere più a lungo, ma non è così. Nonostante ogni caso sia differente dall’altro, le dimensioni non influiscono nel mondo felino.

Naturalmente è opportuno sottolineare che la longevità di un gatto di casa non è affatto la stessa di uno che vive libero per strada, anche se ci sono dei punti sui quali gli esperti hanno dei dubbi.

I gatti domestici, vivendo in un ambiente chiuso e in un certo senso limitato, non sono soggetti a malattie infettive che potrebbero compromettere la durata della loro vita. D’altro canto però, non venendo a contatto con gli stimoli ambientali esterni, i rischi dati dalla contrazione di alcune malattie sarebbero per loro maggiori. Per i gatti che invece vivono liberi in natura vale il discorso opposto: questi sono sì più forti poiché possono beneficiare dell’ambiente che li circonda, ma sono esposti alle intemperie, nonché a maggiori pericoli.

Quali sono i segni di vecchiaia nel gatto

Così come per i cani, anche per i gatti ci sono degli indicatori nel loro aspetto che ci permettono di ipotizzarne l’età e sono utilissimi quando si adotta un gatto già adulto per poterne prendersene cura al meglio. Di norma è sempre meglio osservare il proprio gatto e chiamare il veterinario se si notano dei cambiamenti nel corpo dell’animale o nel suo comportamento perché potrebbero essere dei seri segnali di allarme. Per definire un gatto “anziano” basterà guardare:

  • i denti: oltre ad averne perso qualcuno, un esemplare adulto presenta denti giallognoli con macchie e accumulo di tartaro.
  • pelo: il mantello è solitamente spesso e ruvido e non più soffice come quando era cucciolo.
  • occhi: lo sguardo diventa con l’avanzare dell’età sempre più velato e può portare il gatto al disorientamento oltre che a sbattere contro alcuni oggetti. Gli occhi possono lacrimare e presentare secrezioni che se abbondano vanno poste al controllo di un veterinario.
  •  attività motoria: il gatto anziano diventa sempre più calmo, ma anche sedentario e pigro per via di alcuni problemi legati all’età come ad esempio l’artrite. Se il movimento viene pian piano messo da parte, il gatto può però miagolare di più e mostrare un comportamenti ansiosi.

Fonte: AAFP–AAHA

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