Questi 10 oggetti di plastica costituiscono da soli 3/4 dei rifiuti dei nostri oceani

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I rifiuti derivanti dall’asporto sono i più diffusi nell’oceano, secondo uno studio: solo 10 prodotti di plastica costituiscono più del 75% di tutta la spazzatura presente in mare.


Gli oggetti di plastica monouso utilizzati come contenitori per cibo e bevande da asporto dominano la spazzatura degli oceani: buste, bottiglie di plastica, contenitori e incarti per il cibo sono i quattro rifiuti più diffusi nei mari e costituiscono quasi la metà della spazzatura prodotta dall’uomo, secondo un nuovo studio. Solo dieci oggetti di plastica arrivano a costituire i tre quarti della spazzatura totale, a causa del loro utilizzo diffuso ovunque e dei tempi estremamente lenti per la loro completa degradazione. Vediamo quali sono:

  1. Buste
  2. Bottiglie di plastica
  3. Contenitori per il cibo
  4. Incarti
  5. Corde sintetiche
  6. Reti da pesca (e accessori connessi)
  7. Bicchieri e coperchi
  8. Imballaggi industriali
  9. Bottiglie
  10. Lattine

Non siamo sorpresi del fatto che circa l’80% dei rifiuti siano costituiti da plastica – dichiara Carmen Morales-Caselles, autrice dello studio – ma è l’enorme proporzione di contenitori per il takeaway che ci ha sorpreso: non solo rifiuti provenienti dai fast food, ma anche lattine di bibite e bottiglie di acqua e Coca Cola. Questi dati renderanno più facile per i politici attuare azioni concrete per provare a prevenire che tutta questa spazzatura finisca in mare, piuttosto che rimuoverla.

(Leggi: Pescano più plastica che pesce. Le tristi immagini del futuro che è già qui)

Molto è stato fatto per contrastare la diffusione in mare di alcuni oggetti, con risultati incoraggianti: cannucce e cucchiaini arrivano ora solo al 2,3% dei rifiuti, mentre cotton fioc e stecchi dei leccalecca allo 0,16%. Questo dimostra che ciò che è stato fatto per ridurre questi rifiuti sta funzionando, ma se non si procede allo stesso modo anche per gli altri rifiuti si rischia di esserne sommersi.

Lo studio, promosso dall’Università di Cadice (Spagna) e sostenuto anche dal governo spagnolo, ha analizzato i rifiuti plastici di misura superiore ai 3 cm, tralasciando quindi frammenti e microplastiche, e ha diviso fra rifiuti connessi al cibo da asporto, prodotti per l’igiene personale e contenitori per uso domestico. La più alta concentrazione di questi rifiuti è stata rinvenuta vicino alle coste – a causa del vento e del moto ondoso che spinge la spazzatura verso riva. Il materiale da pesca (corde e reti) è invece più diffuso in mare aperto, dove costituisce circa la metà della spazzatura totale.

Fonte: Nature Sustainability

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