Proteste Usa, padre Okure (Justice Network): “Basta razzismo, basta tacere”

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"Il sistema americano è basato sulla divisione razziale" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – “Oggi il piazzale di fronte alla Casa Bianca e’ tornato a riempirsi; e neri e bianchi protestano insieme, perche’ ormai e’ chiaro che la retorica divisiva di Donald Trump sta contribuendo a un aumento degli incidenti razziali“. Padre Aniedi Okure, direttore di Africa Faith and Justice Network (Afjn), e’ “un vicino di casa” del presidente americano.

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Al telefono risponde da Washington, a pochi isolati da Pennsylvania Avenue e dalla Casa Bianca. Coordina una rete missionaria che lavora con il governo e il parlamento degli Stati Uniti, accreditata presso le Nazioni Unite e impegnata per la “giustizia sociale” e lo “sviluppo sostenibile”.

Origini nigeriane, padre Okure vive in America da oltre 30 anni. E la sua critica alle scelte di Trump non parte dalle cronache recenti. “Il sistema americano e’ basato sulla divisione razziale” dice il direttore di Afjn. “Penso alla schiavitu’, al movimento per i diritti civili, al fatto che i neri hanno costituito la maggioranza dei detenuti pur essendo minoranza nel Paese e alle discriminazioni che continuano ancora oggi, nel 2020”.

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L’uccisione di un afroamericano in strada, allora, non e’ una novita’. “Era accaduto due anni fa a New York ma questa volta, proprio mentre la polizia forniva la propria versione dei fatti, e’ spuntato un video a inchiodare i responsabili” sottolinea padre Okure. “E la cosa che piu’ ha fatto male e’ che quest’uomo, George Floyd, e’ morto per 20 dollari: era andato ad acquistare da mangiare per la sua famiglia“.

A far montare la protesta, dopo settimane di lockdown per il Covid-19, in un clima sociale gia’ teso e lacerato, i tanti precedenti di crimini non puniti. “I poliziotti colpevoli sono stati sempre assolti in un modo o nell’altro, spesso grazie a tecnicalita’ e cavilli giuridici” annota padre Okure. Convinto che un altro rischio sia ora quello dell’infiltrazione delle proteste. “Fonti d’intelligence hanno avvertito di movimenti sospetti gia’ quattro giorni fa a Minneapolis” dice il direttore.

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“Una conferma se si vuole simbolica e’ il fatto che per gli afroamericani i negozi dei barbieri sono una sorta di luogo sacro: al contrario, in questi giorni ne sono stati distrutti tanti”.

L’obiettivo, da parte di gruppi di “white supremacist”, sarebbe far apparire il movimento di protesta per qualcosa che non e’. “Ma la vita non puo’ essere mai messa sullo stesso piano della proprieta’ o del denaro” avverte padre Okure, rispetto alle denunce di saccheggi e vandalismo.

Ora dobbiamo affrontare un razzismo istituzionalizzato; e dobbiamo farlo ripensando alle parole di Santa Caterina da Siena: ‘Avete taciuto abbastanza. E’ ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo e’ marcito'”.

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