Piscine e palestre lanciano sos al Governo: trovate fondi anche per noi

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BOLOGNA – Fino a 10 miliardi di euro di perdite stimate e tanti lavoratori a casa visto l’affanno di 180.000 imprese, che contano oltre 700.000 addetti dipendenti e 280.000 professionisti. Se solo per cinque mesi gli impianti sportivi hanno potuto riaprire, adeguandosi alle richieste del Comitato tecnico scientifico ma perdendo altre quote importanti di fatturato, in realtà è da un anno che tutto il settore nazionale delle palestre e delle piscine ‘balla’. L’attesa del nuovo dl Ristori del Governo, ribattezzato dal premier Mario Draghi ‘decreto Sostegni’, diventa adesso un’occasione da non perdere per il comparto, in Italia uno dei più fiaccati dall’emergenza Covid. “Abbiamo mandato l’ultima nota tecnica al Governo pochi giorni fa, i fondi ce li dobbiamo andare a cercare tutti. I 50 milioni che hanno già stanziato per la riforma dello sport come abbattimento della contribuzione nel 2021, con la riforma n realtà già spostata al 2022, speriamo li spostino ancora. La priorità è ora quella del decreto. I fondi per il Cashback, per il bonus monopattini e per il bonus rubinetti li hanno trovati: siamo noi che dobbiamo essere sempre più presenti, quindi”. Sprona così oggi tutti i suoi colleghi Andrea Pambianchi, portavoce del Ciwas (Confederazione italiana wellness e attività sportive) oltre che proprietario di palestre. L’occasione è l’incontro online “I ristori e altri ‘salvagenti’ per i gestori di piscine e impianti sportivi”, promosso da ForumPiscine in collaborazione con Fin (Federazione italiana nuoto) nell’ambito del ciclo dedicato ai gestori delle piscine pubbliche, sempre più in difficoltà.


E ieri è arrivata una nuova beffa, per il settore: il no della Camera all’emendamento Fdi che chiedeva la riapertura di palestre, piscine e scuole di danza, nelle zone bianche e gialle, rispettando i protocolli in vigore. Ma ragiona più in generale Pambianchi: “Abbiamo ottenuto qualcosa finora? Sì. È sufficiente? No”. Pambianchi spiega che “la prima cosa ottenuta per il settore, nel decreto Cura Italia, è stata la proroga delle concessioni poi ulteriormente sospese, con una riduzione del 50% degli affitti per cinque mesi. Purtroppo non è stata confermata, nonostante gli annunci dell’ex ministro Vincenzo Spadafora a inizio agosto. Avanti quindi con le battaglie su voucher, affitti e proroghe. Senza scordare- sospira amaro- il lavoro su protocolli sanitari più corti della storia: sono durati solo tre giorni, dal 23 ottobre al 26 ottobre”. Aggiunge Giampaolo Duregon, presidente dell’Anif (Associazione nazionale impianti e fitness): “Su ristori, affitti e credito d’imposta presentammo una ventina di emendamenti con i primi tre decreti, l’abbiamo rifatto a novembre ma con risultati inferiori. Ora aspettiamo il nuovo decreto ribadendo le richieste, su voucher e risorse a fondo perduto“, ma non solo. “Sui centri sportivi- precisa Duregon- le risorse a fondo perduto non sono state mai sopra al 2% del mancato costo economico, in Germania è stato dato invece il 75%. Quando abbiamo presentato tutte le richieste economiche principali a fondo perduto, il ministero dell’Economia le ha respinte perché superavano i fondi messi a disposizione. Prima mettono i fondi e poi li dividono, diciamo. Su 100.000 centri sportivi, i ristori sono arrivati a 30.000, e perché ne hanno fatto richiesta”.

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Ecco gli esempi che circolano: un centro di piccole-medie dimensioni accusa un mancato flusso economico di 40.000-50.000 euro al mese, uno di grandi dimensioni dai 100.000 euro in su. Per otto mesi, si sale quindi dai 400.000 al milione di euro. Anche se si chiedesse al Governo il 50%, quindi, uscirebbero cifre alte, che superano i 2-3 miliardi di euro. “Per questo il ministero ha sempre bocciato a monte queste richieste, anche se è veramente complicato così”, scuote la testa Duregon. In ogni caso Alessandro Bolis, dell’Istituto Credito Sportivo si dice pronto ad aiutare chi chiederà prestiti: “Aspettiamo- premette- un segno tangibile come da impegno del Governo nel prossimo dl Ristori, o Sostegni come pare si chiamerà, per consentire alle filiere anche industriali di usufruire di veri e propri ristori, non mance. Cercheremo di aiutare le realtà fiscali a ripartire, anche tramite investimenti su forme tecniche diverse da quelle del mutuo. Cercheremo di aiutare le realtà sportive a ripartire”.

PELLA (ANCI): RIAPERTURE PISCINE-PALESTRE IN ZONA GIALLA

“Abbiamo un incontro anche in questi giorni col Governo insieme con il presidente Anci Antonio Decaro, chiediamo che possa esserci un ristoro significativo e che lo sport di base sia un servizio essenziale, specie dopo un anno così difficile per i più giovani in particolare”. Così Roberto Pella, sindaco di Biella, vicepresidente vicario Anci e deputato di Forza Italia, intervenendo oggi all’incontro online “I ristori e altri ‘salvagenti’ per i gestori di piscine e impianti sportivi”, promosso da ForumPiscine in collaborazione con Fin (Federazione italiana nuoto). In vista dell’incontro col Governo, Pella sprona verso qualche riapertura: “In zona bianca ma anche gialla bisogna programmare delle riaperture, visto fra l’altro che i gestori hanno speso e investito per misure di sanificazione e igiene. Cominciamo allora a testare un rientro non a singhiozzo, ma graduale. Purtroppo- si concentra il vicepresidente Anci sull’emendamento Fdi bocciato alla Camera- ieri, nonostante molti di noi abbiano votato l’emendamento proposto da Fdi, non siamo riusciti a consentire la riapertura. Ma noi sindaci restiamo a disposizione dei gestori e del settore: cercheremo di farci portavoce con nostri emendamenti di Anci in Parlamento, li porterò avanti personalmente. Chiedo a tutti- assicura Pella- di interloquire e sollecitare continuamente tutti, visto che le esigenze sono molteplici”.

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