Petrucci “La politica intervenga per restituire centralità al Coni”

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ROMA (ITALPRESS) – Un appello a ripensare la riforma dello sport perchè, Tokyo insegna, le cose non sono poi così male. Ospite di “Radio Anch’io Sport” su RadioUno, Gianni Petrucci, numero uno della Federbasket ed ex presidente del Coni, sottolinea che i risultati ottenuti dall’Italia a Tokyo “vengono dall’organizzazione sportiva, dal Coni e delle Federazioni. Serve davvero cambiare? Perchè è cambiato tutto. Ai miei tempi il Coni disponeva di 450 milioni di euro, oggi sono 45. Un tempo c’erano Coni e Coni Servizi che volle Tremonti e, anche se all’inizio non ero favorevole, alla fine funzionava. Poi si è tramutata in Coni e Sport e Salute, che in partenza poteva essere valida perchè serviva un intervento sulla scuola e sulla salute dei non agonisti, ma poi si è trasformata in un dualismo che certamente riprenderà. Il rapporto fra sport e politica? Non buono, lo abbiamo visto recentemente. E’ stata ridata l’autonomia al Coni che però il Coni già aveva, è stato considerato un successo ma il Coni questa autonomia, che oggi è una mini-autonomia, l’ha sempre avuta, dai tempi di Onesti e Andreotti. I politici dovrebbero rimettere mano alla legge che ha creato questo dualismo fra Coni e Sport e Salute e ridare centralità al Coni, che ha lavorato bene”. Fra tre anni ci sarà l’Olimpiade di Parigi, un’Olimpiade che invece si sarebbe potuta tenere a Roma. “Avevamo fatto una squadra straordinaria, come basket bloccammo le squadre che partecipavano all’Eurolega per non inficiare la candidatura. Si parla di debiti ma forse Parigi non ha debiti? Tutti li hanno ma le infrastrutture si fanno solo con i Giochi. Lo Stadio Olimpico nasce con l’Olimpiade e la copertura fu fatta in occasione di Italia ’90. Ci sono politici che non comprendono che un’Olimpiade fa solo del bene. C’è grosso rimorso per chi non ha voluto quelle Olimpiadi: certi complimenti che vedo sui social sono inutili, fasulli. Mi auguro che questa lezione valga per il futuro”. E l’auspicio di Petrucci è che la visibilità acquisita da tanti altri sport durante Tokyo2020 non venga spazzata via dal calcio come accade sempre. “Ora che inizia il campionato questi atleti saranno dimenticati. Quante persone c’erano all’aeroporto per Tortu? Sarebbero state di più se fosse sbarcato un qualsiasi giocatore di qualsiasi squadra. C’è in Italia una monocultura calcistica che non cambierà mai. Dobbiamo cercare di lavorare su questo e dopo i bei comunicati sono curioso di vedere cosa faranno i politici nei prossimi giorni”.
(ITALPRESS).


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