Nessun baby boom post quarantena, gli italiani hanno troppa paura del futuro per pianificare una gravidanza. Lo studio

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All’inizio della quarentena si scherzava (ma neanche tanto) sul fatto che la reclusione domestica avrebbe portato a tante nuove nascite. Si parlava di un baby boom che però, purtroppo, stando ad una nuova ricerca potrebbe non verificarsi affatto. Troppa l’incertezza economica (ma non solo) per il futuro.


E’ successo già prima un po’ in tutto il mondo: coppie bloccate a casa durante bufere di neve, uragani, calamità naturali o altro si godono un po’ di “tempo da soli” e, a seguire, vi è un boom di nascite. Ci aspettava qualcosa di simile anche in seguito alla pandemia da coronavirus ma, suggerisce una ricerca condotta all’Università di Firenze, probabilmente non sarà affatto così.

Non ci sarà nessun baby boom, almeno a detta di quest’ultimo studio. I motivi? Incertezza per il futuro, problemi economici e anche paura del virus che ancora esiste nel nostro paese e di cui non si conosce esattamente l’evoluzione nei prossimi mesi e anni.

A rivelare tutto questo è lo studio diretto da Elisabetta Micelli, condotto tramite interviste online nella terza settimana di lockdown in Italia su un campione di 1482 persone, uomini e donne impegnati in una relazione stabile da almeno un anno.

I risultati, pubblicati sul Journal of Psychosomatic Obstetrics and Gynecology, hanno evidenziato come ben 4 persone su 5 (ossia l’82% del campione) non hanno intenzione di mettere al mondo un figlio in un periodo così pieno di incertezze.

L’impatto della quarantena sulle future nascite

Quello che preoccupa di più è il fatto che, anche diverse coppie che avevano in programma un bambino, e dunque stavano pianificando una gravidanza prima che subentrasse l’emergenza sanitaria, hanno dichiarato di aver rinunciato all’idea.

Del 18,1% dei partecipanti che stavano pianificando di avere un figlio prima della pandemia, il 37,3% ha abbandonato l’intenzione, in relazione alle preoccupazioni per le future difficoltà economiche (58%) e per le possibili conseguenze sulla gravidanza del coronavirus (58%).

Però c’è anche chi effettivamente ha pensato per la prima volta ad un bambino proprio durante la quarantena. Dell’81,9% del campione che non intendeva concepire, l’11,5% ha rivelato un desiderio di genitorialità durante la quarantena rispetto a prima, legato alla volontà di cambiamento (50%) o alla necessità di positività (40%). Solo il 4,3% di questi, però, ha effettivamente cercato la gravidanza.

Come ha dichiarato la dottoressa Micelli:

“L’impatto della quarantena sulla percezione degli individui della loro stabilità e serenità è allarmante. Nel nostro campione la maggioranza dei partecipanti riferiva un benessere mentale significativamente più alto prima della pandemia, mentre i punteggi su questo fronte sono notevolmente diminuiti nel periodo del COVID-19. Il nostro scopo era valutare se le preoccupazioni relative alla pandemia avessero influenzato il desiderio di divenire genitori di coppie che stavano già pianificando una gravidanza, o se al contrario la quarantena avesse aumentato il desiderio di concepire”.

Nelle conclusioni dello studio si legge:

“la pandemia di COVID-19 sta influenzando il desiderio di essere genitori. Non è noto se questi risultati comporteranno una sostanziale modifica del tasso di natalità nel prossimo futuro”.

Staremo a vedere.

Fonte di riferimento: Journal of Psychosomatic Obstetrics & Gynecology / Agenzia Impress

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