Malagò “Spero idee chiare sul futuro di San Siro”

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ROMA (ITALPRESS) – Da Tokyo a Milano-Cortina, passando per il suo futuro post-Coni. Ospite di “Non è un Paese per giovani” su Radio2, Giovanni Malagò torna sulla fortunata spedizione olimpica, culminata col record di 40 medaglie. Un successo costruito a dispetto del Covid, anzi, “nell’alto livello abbiamo gestito la pandemia meglio di alcuni Paesi nostri competitor – confessa – Abbiamo fatto dei protocolli col governo eccellenti, il Politecnico di Torino ci ha dato una mano strepitosa. Quelli che erano da medaglia non hanno mai spesso di allenarsi e questo ha aiutato”. E pensare che, senza quel decreto legge sull’autonomia del Coni, l’Italia poteva essere squalificata dal Cio e presentarsi senza bandiera. “Si è rischiato molto grosso, grazie a Dio c’è stato un lieto fine”, ammette Malagò, che sulla questione dello stadio di San Siro ha ribadito: “Ho apprezzato quello che ha detto Sala, che ha aspettato giustamente le elezioni. Essendo il Comune proprietario dello stadio, ha detto portiamo avanti le idee e i progetti in un modo concreto. Io mi sono permesso di dire: l’importante è che le idee siano chiare e si aggredisca l’argomento. A prescindere dagli interessi dell’amministrazione comunale, di Inter e Milan, nel dossier olimpico abbiamo messo che il 6 febbraio 2026 a San Siro faremo la cerimonia inaugurale”. Tracciando un bilancio del suo percorso alla guida dello sport italiano, Malagò ammette che “la cosa di cui vado più fiero è che oggi il nostro mondo conta su una formidabile presenza femminile. Manca l’ultimo miglio, cioè che molte di queste donne, col prossimo mandato, non solo si candideranno ma diventeranno presidenti di organismi sportivi. Oggi lo sono in poche”. E il futuro di Malagò? Passa dalla politica? “E’ assolutamente una cosa non vera ma l’ho detto anche a chi ha pensato carinamente qualcosa. Sono stato rieletto presidente del Coni a fine maggio con una percentuale superiore all’80% e nel nostro mondo votano 12 milioni di persone. Sarebbe serio dire arrivederci e grazie? Se la salute mi assiste, vediamo che succede – continua – Sono entrato nel Cio per cui qualche riflessione uno deve portarla avanti. E poi c’è l’Olimpiade di Milano-Cortina: il Cio ci ha dato fiducia anche perchè, penso, sapevano che sarei rimasto lì e non c’è niente di peggio nella vita che disattendere un impegno preso”.
(ITALPRESS).


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