Mafia, ricordato a Palermo il medico Paolo Giaccone

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PALERMO (ITALPRESS) – Ricordato a Palermo, nel 38esimo anniversario della morte, il medico Paolo Giaccone, ucciso dalla mafia. Una cerimonia si è svolta nei viali alberati del Policlinico, che porta il suo nome, vicino l’Istituto di Medicina legale, dove per tanti anni ha diligentemente svolto il suo lavoro. Numerose le autorità presenti che hanno offerto una riflessione o un ricordo di quel lontano 11 agosto 1982, quando successe tutto: due assassini dentro una Fiat 126, fermi ad aspettare che passasse il medico, entrarono in azione proprio sotto l’enorme ficus dove oggi si è riunita la società civile per commemorarlo.
Il prorettore dell’Università degli studi di Palermo, Fabio Mazzola, ha sottolineato che “il dottor Giaccone era un professionista, una figura importante come professore della Facoltà di Medicina che capiva l’importanza della terza missione, quindi del lavoro svolto per la cittadinanza. Come uomo ha pagato per il suo coraggio, per la dignità di poter fare il proprio lavoro nel modo migliore”.
Grazie alle indagini che seguirono all’omicidio, gli investigatori collegarono l’episodio a pressioni e minacce che in quel periodo Giaccone ricette per indurlo a modificare le conclusioni di una perizia che avrebbe condotto al boss di Corso dei Mille, Filippo Marchese. Ed il prorettore Mazzola, proprio in merito a questo aspetto, ha voluto spendere qualche parola sulla responsabilità dei medici dicendo che “il loro ruolo è molto delicato, perchè ci sono circostanze, come quella che portò alla morte di Paolo Giaccone, in cui il medico deve fare il proprio mestiere e quindi non subire nessun tipo di pressione, ponendosi al servizio della collettività con spirito di dedizione”.
Il neo eletto Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’università palermitana, Marcello Ciaccio, ha parlato di Giaccone come un “eroe normale”, leggendo alcune righe di uno scritto del medico, vittima della mafia, che rappresenta una sorta di testamento per tutti gli studenti di Medicina.
“Chi ha sentito la necessità di seguire la professione o forse sarà meglio dire di adempiere al servizio di medico, ha accettato non solo di risolvere tutte le difficoltà tecniche di questa insostituibile attività, ma anche di adempiere a tutti i doveri connessi enormemente maggiori dei pochi diritti concessi”, così Paolo Giaccone scriveva quasi quarant’anni fa.
La “normalità dell’eroe”, ha proseguito Ciaccio, è tutta nel suo svolgere la propria attività “con professionalità, serietà e soprattutto con grande onesta”.
Presente anche la figlia Milly del professore Giaccone, che ha ringraziato le numerose persone intervenute, nonostante “gli anni passati sono veramente tanti”.
A concludere la cerimonia l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Roberto Lagalla, in rappresentanza del governo Musumeci: “Ricordo quegli anni, perchè io qui c’ero. Ricordo il professore con il quale ho sostenuto il mio ultimo esame prima della tesi. Giaccone aveva tutte le caratteristiche che uno studente poteva desiderare. Intelligenza, comprensione con un pizzico di tolleranza. E per questo – ha aggiunto Lagalla – che abbiamo mantenuto la memoria, ed onorando la memoria, rafforzato l’esempio, perchè l’insegnamento deve essere regalato, perchè è un dono da regalare agli studenti, ai medici di oggi e di domani”.
(ITALPRESS).


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