Mafia, confisca da 150 milioni a esponente di Cosa Nostra di Cinisi

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I beni, intestati al 72enne Andrea Impastato, sono considerati "provento di attività illecite commesse dalla mafia" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


PALERMO – Un decreto di confisca di primo grado per beni del valore pari a 150 milioni di euro e’ stato eseguito dalla polizia di Palermo. I beni sono intestati ad Andrea Impastato, 72enne di Cinisi. I beni sono considerati “provento di attivita’ illecite commesse dalla mafia”. L’uomo e’ figlio di Giacomo Impastato, detto ‘u sinnacheddu’, considerato dagli inquirenti esponente della famiglia mafiosa di Cinisi e “in costante relazione” con i Badalamenti. Giacomo Impastato e’ fratello di Luigi, gia’ indiziato mafioso e ucciso a Palermo a colpi d’arma da fuoco nel settembre del 1981.

I beni confiscati oggi furono sequestrati nel gennaio del 2018. Le indagini sono state portate avanti dall’ufficio Misure di prevenzione patrimoniali della divisione Anticrimine della questura e coordinate dalla Procura di Palermo. Portate alla luce le “sproporzioni” esistenti tra il patrimonio di Impastato e il suo profilo economico-finanziario. Scoperti diversi prestanome e fiduciari, principalmente appartenenti alla sua famiglia, “che gli hanno consentito nel tempo – sostengono gli investigatori – di realizzare un impero economico costituito da numerose imprese operanti nel settore edile, in quello dei trasporti, dell’estrazione di materiale da cava, del turismo e da diversi immobili”.

ANDREA IMPASTATO ERA STATO ARRESTATO NEL 2002 PER ASSOCIAZIONE MAFIOSA

Nell’ottobre del 2002 Impastato fu arrestato per il reato di associazione mafiosa al termine di una indagine della squadra mobile di Palermo volta a sradicare una organizzazione dedita ad amministrare e gestire i beni dei corleonesi. Nel corso di quelle indagini emerse la figura di Giuseppe Lipari, classe 1935, vicino al boss corleonese Bernardo Provenzano. E proprio con Provenzano, oltre che con il capomafia palermitano Salvatore Lo Piccolo, Impastato avrebbe avuto dei “contatti”, secondo la polizia, “sia personale che economici”.

TRA I BENI CONFISCATI C’È ANCHE IL ‘CALAMANCINA RESIDENCE’

C’e’ anche una struttura alberghiera da oltre 50mila metri quadrati a San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, tra i beni confiscati al 72enne Andrea Impastato, considerato dagli inquirenti esponente della famiglia mafiosa di Cinisci (Palermo). Si tratta del complesso turistico ‘Calamancina Residence’, costituito da numerosi appartamenti e villette. Tra i beni confiscati figurano anche sette aziende: la ‘Mec Mediterranea edil commerciale srl’ con sede a Cinisi; la ‘In.Ca.S Inerto calcarei sud srl’ cons ede a Montelepre, nel Palermitano; La ‘Medi.Tour srl’, di Palermo; la ‘Prime iniziative srl’ di Carini; la ‘Paradais srl’ di Montelepre’; l’Impresa individuale Impastato, con sede a Montelepre; la Icocem srl’ di Montelepre. Il decreto di confisca riguarda poi anche diversi immobili: quaranta appezzamenti di terreno, edificabili e non, in varie cittadine palermitane, Terrasini, Cinisi, Carini, Montelepre e Monreale, oltre che a San Vito Lo Capo; una cava per l’estrazione di inerti tra Carini e Montelepre; un complesso industriale a Carini adibito a centro commerciale, di circa 50mila metri quadri, al momento in affitto a una societa’ della grande distribuzione che e’ estranea al procedimento; un complesso industriale a Carini adibito alla preparazione di inerti e conglomerati cementizi; un complesso industriale nella zona industriale di Carini costituito da piu’ capannoni utilizzati per lo stoccaggio di merci conto terzi. Confiscati, infine, conti correnti, depositi postali e titoli.

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