Le mutazioni del DNA non si verificano casualmente: la scoperta che potrebbe trasformare la nostra visione sull’evoluzione

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Le mutazioni che avvengono a livello del DNA possono verificarsi in seguito a un danno cellulare e sono il principale motore dell’evoluzione.  Secondo la teoria dell’evoluzione di Darwin, tali mutazioni si verificano in modo casuale ed è la selezione naturale a determinare quali mutazioni vale la pena mantenere e quali no.


Un gruppo di ricercatori ha di recente ribaltato questa teoria attraverso un nuovo studio affermando che le mutazioni al DNA potrebbero non essere casuali come abbiamo creduto finora.

I ricercatori hanno effettuato i loro esperimenti su esemplari di Arabidopsis thaliana, pianta caratterizzata da un genoma relativamente semplice e per questo spesso utilizzata in studi simili.

Per lo studio sono stati analizzati i genomi di centinaia di piante coltivate in laboratorio, identificando migliaia di mutazioni man mano che si manifestavano, incluse quelle dannose che in natura verrebbero rapidamente rimosse dalle pressioni selettive, prima di poter essere osservate.

Dai risultati è emerso che le mutazioni non si sono affatto verificate in modo casuale: in alcuni tratti del genoma le mutazioni erano rare, mentre in altri molto più comuni. Approfondendo quanto osservato si è poi notato che le regioni con poche mutazioni, erano quelle relative a geni necessari aogni cellula e quindi essenziali per la sopravvivenza della pianta.

Poiché si tratta di regioni del genoma più sensibili agli effetti dannosi di mutazioni, la riparazione del danno cellulare sembra essere più efficace così da ridurre il rischio di danneggiare i geni più importanti. In pratica, è come se le piante oggetto dello studio avessero trovato il modo di proteggere determinati geni dalle mutazioni.

Gli scienziati hanno scoperto anche una correlazione tra i diversi tipi di proteine associate al DNA e la comparsa di mutazioni, un aspetto che può aiutare a prevedere quali geni hanno maggiori probabilità di mutare rispetto ad altri.

I risultati della nuova ricerca potrebbero modificare radicalmente la nostra visione sull’evoluzione ed essere utilizzati in futuro per prevedere quali geni hanno maggiori probabilità di causare malattie negli esseri viventi.

Potenzialmente, questa scoperta potrebbe aiutare a coltivare piante migliori o anche a proteggere i geni umani dalle mutazioni e trattare in modo efficace patologie gravi, tra cui i tumori.

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Fonte di riferimento: Nature

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