“La mamma di Parma non è no vax”: parlano gli avvocati

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SPECIALE MAMME CORAGGIO | La rettifica ad alcuni articoli di stampa: la mamma non è contro i vaccini, ma il piccolo rischia danni, dicono Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto di Isabella Giampaolo, legale di P., la mamma di Parma, dell’avvocato Corrado Bandini e Francesca Garisto. La nota è una richiesta di rettifica dell’articolo apparso sulla Gazzetta di Parma di ieri, dal titolo ‘Vaio: si chiude in bagno per non vaccinare il figlio’ e a pag. 25 ‘Il Caso: il mio bimbo non lo vaccinate. Madre no vax si chiude in bagno a Vaio’. L’agenzia Dire aveva appreso dalla mamma che il bambino, portato con lei in casa famiglia, sarebbe stato “costretto alle vaccinazioni” anche se, come la stessa avvocata aveva spiegato, il bambino “era stato finora sollevato dall’obbligo in virtù di certificazione medica e non si trattava in alcun modo di un caso di genitore ‘no vax'”.

LEGGI ANCHE: La Garante dell’Infanzia dell’Emilia-Romagna ha aperto un fascicolo sul caso Parma

“Desta sconcerto e indignazione la strumentalizzazione effettuata nel rilasciare le informazioni che riguardano la nostra assistita al giornale. La signora- precisano gli avvocati- non è assolutamente no vax, ma è in possesso di certificati medici e perizie scientifiche, rilasciate da ben sette professionisti differenti, che attestano i danni irreversibili ed il rischio gravissimo per la salute del minore, in caso venisse sottoposto alle vaccinazioni”.

“Nessun medico legale né perito ha mai confutato scientificamente tali certificazioni. Non esistono le tre sentenze del Tribunale di Parma di cui si parla, che avrebbero imposto i vaccini, ma un solo decreto, già impugnato presso la Corte d’Appello, che ancora non si è pronunciata. La signora- sottolineano i legali- non è mai stata sottoposta a perizia psichiatrica, ma dopo aver denunciato le violenze, ben tre anni fa, in sede civile è stata accusata di alienazione parentale nei confronti del minore, ipotesi antiscientifica e sconfessata da svariate sentenze nazionali. Da qui il provvedimento di collocarli presso una casa di accoglienza. Il procedimento è tutt’ora in itinere”.

“Al centro vaccinale di Vaio, i fatti si sono svolti in maniera totalmente differente. La mamma ha portato in bagno il bimbo esclusivamente per espletare un bisogno fisico. Le vaccinazioni- concludono- non sono state effettuate in quanto i sanitari si sono rifiutati di firmare una dichiarazione di responsabilità medico-legale sugli eventuali danni subiti dal minore, se lo avessero sottoposto alle vaccinazioni. Sulla questione era già stato attenzionato il Garante per l’infanzia dell’Emilia Romagna, che aveva già aperto un fascicolo”.

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