Italia in arancione, ma non per tutte le regioni, cosa cambia da lunedì 12 aprile

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Da lunedì 12 aprile gran parte dell'Italia torna in zona arancione: Calabria, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Toscana si uniranno, infatti, alle già arancioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Sicilia, Umbria, Veneto, provincia di Bolzano e di Trento. In zona rossa rimangono, al momento, solo quattro regioni che sono Campania, Valle d'Aosta (che registra l’incidenza di casi più alta d’Italia: 416 ogni 100mila abitanti), Puglia e Sardegna, che fino a un mese fa era l’unica zona bianca d’Italia, ma che al momento detiene l’indice di contagiosità più alto del Paese (1,54).


Cosa cambia per le regioni in zona arancione

Riapriranno i negozi di abbigliamento e calzature, i parrucchieri, gli estetisti e si potrà circolare all'interno del comune di residenza. Sarà inoltre possibile, una sola volta al giorno, andare a trovare amici o parenti nel comune in massimo due persone oltre ai minori di 14 anni conviventi. Novità anche per la scuola: torneranno in classe anche gli studenti della seconda e terza media mentre per quelli delle scuole superiori la didattica in presenza deve essere garantita almeno al 50%. Bar e ristoranti continueranno invece a restare aperti solamente per l'asporto o la consegna a domicilio. Rimane, in zona arancione, il divieto di uscire dal territorio regionale se non per comprovati motivi di salute o lavoro. Mentre rimarranno chiude piscine e palestre.

«Le terapie intensive e i ricoveri sono arrivati al plateau e ci aspettiamo che nei prossimi giorni inizino a scendere e che successivamente questo avvenga anche per i decessi», ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro. Il ministro Roberto Speranza ha però posto l’accento sulla cautela: «Le chiusure e le aree rosse stanno portando i primi risultati, ma il contesto è ancora molto complicato e dobbiamo essere molto prudenti».

I comuni che restano in zona rossa

In Toscana, che passa in arancione, restano in zona rossa le province di Firenze e Prato, i Comuni di San Miniato, Montopoli in Val d'Arno, Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto parte della provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa, i comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d'Elsa, Casole d'Elsa, Radicondoli compresi nella zona socio sanitaria Alta Vald'elsa, in provincia di Siena. Lo rende noto la Regione Toscana. Sono ben 40 i Comuni abruzzesi che a partire da lunedì risulteranno complessivamente in zona rossa. Lo ha reso noto il presidente Marco Marsilio, evidenziando i dati critici in provincia dell’Aquila, in una vasta area della Marsica, compresa Avezzano, la zona della Piana di Navelli e paesi della Valle Subequana. Nessun comune in zona rossa, invece, per le province di Chieti e Pescara mentre nel Teramano ne rimangono tre. Complessivamente, i comuni che in base alla nuova ordinanza faranno parte della zona rossa Covid sono: Avezzano, Celano, Pescina, Cerchio, Carsoli, Oricola, Pereto, Rocca di Botte, Sante Marie, Tagliacozzo, Cappadocia, Magliano dei Marsi, Scurcola Marsicana, Castellafiume, Capistrello, Canistro, Civitella Roveto, Morino, San Vincenzo Valle Roveto, Balsorano, Civita d’Antino, Luco dei Marsi, Trasacco, Aielli, Barisciano, Poggio Picenze, Fossa, Ocre, Sant’Eusanio Forconese, Villa Sant’Angelo, San Demetrio ne’ Vestini, Fagnano Alto, Prata d’Ansidonia, San Pio delle Camere, Caporciano, Navelli, Collepietro, Martinsicuro, Colonnella e Nereto. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha firmato un’ordinanza che dispone la zona rossa in tutti i Comuni della Città metropolitana di Palermo a partire da domenica 11 aprile e fino a giovedì 22 aprile. Medesime restrizioni e durata a Marsala, in provincia di Trapani, e a San Cataldo, nel Nisseno. In Basilicata saranno in zona rossa fino all’11 aprile i comuni di Picerno, Palazzo San Gervasio, Teana (Potenza) e Pomarico (Matera).

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