In Argentina, più di 30 respiratori donati da Lionel Messi nella prima ondata di Covid-19 sono ancora abbandonati in un deposito

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Aveva donato, attraverso la sua Fondazione, ben 50 respiratori artificiali agli ospedali di Rosario, la sua città natale in Argentina, nell’agosto del 2020 e in piena emergenza coronavirus, ma il gesto di Lionel Messi rischia di rimanere nel vuoto.


Più di 30 di quei respiratori offerti, infatti, sono stati letteralmente abbandonati in un deposito aeroportuale per 10 mesi. Il motivo? Non c’è ancora l’approvazione dell’Amministrazione nazionale dei medicinali, degli alimenti e delle tecnologie mediche (ANMAT) per la loro messa in funzione.

L’Anmat è infatti l’agenzia preposta al controllo, all’ispezione e alla sorveglianza di medicinali, cosmetici, reagenti diagnostici o prodotti medici, quali apparecchiature, dispositivi ed elementi per uso medico. Per questo motivo, qualsiasi procedura per l’importazione di attrezzature mediche richiede la sua autorizzazione.

Ed è così anche in questo caso.

La differenza è che l’Argentina è uno di quei Paesi davvero stremati dalla seconda ondata di virus, che ha messo in ginocchio interi reparti di terapia intensiva. E ora, più di 30 apparecchiature per la ventilazione respiratoria che Messi ha donato sono ancora in magazzino.

Come spiega il quotidiano La Capital di Rosario, l’attrezzatura donata da Messi è in una sorta di limbo perché le procedure doganali non possono essere completate. E finché le carte non saranno presentate, rimarranno nel deposito fiscale.

I ventilatori erano arrivati ​​a Rosario l’8 agosto scorso con un volo privato e da allora sono rimasti nel terminal delle Isole Malvinas in attesa dell’autorizzazione dell’Anmat per entrare nel Paese, che sostiene che per quelle apparecchiature non è stata presentata la documentazione necessaria e che si tratta di prototipi non autorizzati nel loro Paese di origine, la Spagna.

Anzi, si legge sul sito dell’organismo che al di là della buona intenzione di collaborazione con i bisogni del nostro Paese da parte dei donatori, non si deve inviare alcuna donazione senza previa consultazione e coordinamento con la Direzione delle Tecnologie Mediche di Anmat, al fine di evitare disagi e spese inutili. Se i prodotti non soddisfano i requisiti indicati non potranno entrare nel territorio nazionale.

Speriamo solo che sia solo una questione burocratica e che quei ventilatori possano essere utilizzati quanto prima.

Fonti: Fundación Messi / La Capital

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