Il museo delle relazioni finite: “Se mi lasci ti espongo”
Nel cuore di Zagabria, in Croazia esiste il museo delle relazioni finite. Un luogo unico nel suo genere e che attira migliaia di turisti interessati a vedere i cimeli appartenuti a coppie che non esistono più.
L’idea dell’alternativo museo è nata da una produttrice cinematografica di nome Olinka Vištica e dal suo ex, lo scultore Dražen Grubišić. I due hanno avuto una relazione durata 4 anni terminata senza troppi drammi. Al momento di decidere cosa farsene dei ricordi che nel corso della relazione si erano regalati a vicenda, l’uomo propose alla ex compagna di mostrarli in un museo.
Il museo delle relazioni finite: l’idea di una ex coppia
I due ex innamorati hanno iniziato raccogliendo i loro oggetti e quelli di alcuni amici che avano da tempo chiuso alcune relazioni. Una volta nata la prima collezione decisero di mostrarla per la prima volta a un pubblico.
Accadde in occasione del 41° Salone d’arte di Zagabria nella Gipsoteca di Zagabria e correva l’anno 2006. Da quella vola la collezione è stata poi mostrata anche in Germania, Argentina, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Serbia, Filippine, Singapore, Slovenia, Sud Africa, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti d’America.
Nel corso di 4 appena furono 200.000 le persone che decisero di visitare la mostra così diversa da tutte le altre. Ma è solamente nell’ottobre del 2010 che i due ex decidono, investendo personalmente, di aprire un vero e proprio museo.
Che attrae principalmente turisti. Un vero e proprio successo che nel 2016 ha portato all’apertura a Los Angeles di una sua filiale.
I suoi geniali fondatori descrivono il museo delle relazioni finite un concetto di arte che parte dal presupposto che gli oggetti possiedono degli ologrammi di ricordi ed emozioni. E che ha lo scopo di preservare e proteggere tali ricordi.
Il museo è diviso in tre sezioni. In una ci sono i reperti materiali, come ad esempio lettere, oggetti o fotografie. Ogni oggetto è accompagnato da una descrizione, dalla data della relazione e dal luogo.
Poi c’è la sezione virtuale, in cui grazie a una registrazione è possibile lasciare al Museo le proprie esperienze. Infine la sezione confessionale in cui si lasciano registrazioni o messaggi e oggetti personali.
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