“I contagi? Fuori da scuola, guardate piazza Maggiore”. Lo sfogo dei vertici della scuola in Emilia-Romagna
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Andrea Sangermano
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26/09/2020
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a.sangermano@agenziadire.com
Il direttore dell'ufficio scolastico regionale Stefano Versari si sfoga: "Ragazzini troppo vicini fuori dalle scuole". E rimbrotta l'"isteria collettiva"
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BOLOGNA – I contagi a scuola non sono interni gli istituti ma vengono da fuori. “Se andate in piazza Maggiore vedete dove sono i nostri ragazzini e come stanno troppo vicini…”. A parlare in questi termini è Stefano Versari, direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia-Romagna, questo pomeriggio a Bologna al convegno organizzato dall’Osservatorio ‘Riparte l’Italia’.
“La scuola è partita di fatto da una settimana, tenendo conto dell’interruzione per le elezioni- sottolinea Versari- ci sono i contagi, ma non sono a scuola. Se andate in piazza Maggiore vedete dove sono i nostri ragazzini e come stanno, giustamente in maniera conviviale, un pochino troppo vicini rispetto alla prevenzione del contagio”. Detto questo, Versari si sfoga. “Nonostante questa sorta di isteria collettiva, che spero si sedi e trovi pace, la scuola va avanti- assicura il direttore dell’Usr- e noi vogliamo che vada avanti, perché abbiamo lavorato in tutti questi mesi dicendo che abbiamo bisogno di scuola”.
Versari ha diversi sassolini nelle scarpe da togliersi. “Ricevo improperi in quantità industriale- dice il numero uno dell’Usr- mi chiedono continuamente perché non ci siamo preparati prima. Perché dovevamo capire dalla sanità che cosa fare. E anche la sanità doveva capire cosa fare, perché nessuno conosceva il rischio legato al covid. Quindi prima si è cercato di capire cosa fare e poi da luglio lo si è fatto, senza però avere molto tempo“.
Versari se la prende anche col mondo della comunicazione. “Quello che ha fatto più male alla scuola e a chi cercava di tenerla in piedi in questo tempo- afferma il direttore dell’Usr- è la censura durissima da parte dei mass media su qualsiasi cosa si facesse. Ma non è tutto bianco o nero. Purtroppo, o per fortuna, nella vita c’è sempre una quota di rischio: si può sbagliare e ci si può azzeccare. La scuola ha fatto moltissimo, sicuramente si è sbagliato. Ma andiamo avanti”, scandisce Versari.
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