Fem.In: “A Cosenza consultori ancora chiusi, ora è guerra aperta”

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Il collettivo femminile aveva incontrato il commissario dell'Asp Giuseppe Zuccatelli che ne aveva assicurato la riapertura per il 1 giugno Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print


ROMA – “Consultori e ambulatori ancora chiusi, l’Asp non mantiene le promesse ma noi si’: ora e’ guerra aperta!”. La denuncia arriva dalla pagina Facebook di Fem.In-Cosentine in lotta, il collettivo femminista calabrese che lo scorso 27 maggio, dopo aver simbolicamente occupato due giorni prima il consultorio di via Popilia, aveva incontrato il commissario dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) di Cosenza Giuseppe Zuccatelli, che aveva assicurato la riapertura di ambulatori e consultori per oggi, lunedi’ 1 giugno.

LEGGI: Consultori verso la riapertura a Cosenza, dubbi e richieste di Fem.In al commissario dell’Asp

“Stamattina abbiamo avuto il dispiacere di constatare che la riapertura di consultori e poliambulatori e’ solo una chiacchiera, raccontata anche male- scrivono le attiviste- La totalita’ di questi e’ ancora chiusa, sbarrata e sigillata, si continua con l’ambiguo e discrezionale metodo delle urgenze e solo in alcuni rarissimi poli si sta procedendo alla riprenotazione delle visite annullate. Il 27 maggio, abbiamo incontrato il commissario Asp, dottor Zuccatelli, e il coordinatore dei consultori, dottor D’Angelo, i quali non sappiamo come oggi possano guardarsi allo specchio e non avere vergogna, sapendo di aver lasciato migliaia di cittadini e cittadine calabresi di nuovo soli/e con le proprie patologie e di aver tentato anche di prenderli/e in giro, promettendo una riapertura alla quale di fatto non erano preparati e per la quale non hanno dato alcuna disposizione e nessun dispositivo di protezione”.
Continua il collettivo: “Il personale sanitario che lavora nei presidi territoriali e’ ignaro di tutto, non ha ricevuto linee guida e vive una frustrazione inimmaginabile, ogni volta che deve comunicare agli/alle utenti che, no, anche questa volta nessuno puo’ garantire il loro sacrosanto diritto alla salute. Ci troviamo di fronte a un clamoroso esempio di come i vertici della sanita’ calabrese non siano solo distanti dalla popolazione, ma anche dai loro stessi colleghi, che tutti i giorni lavorano sul campo, a un esempio di come corpi, malattia, professionalita’ e lavoro siano terreno politico su cui ergersi e speculare. A quasi un mese dall’inizio della fase 2 si e’ solo perso tempo ad ingannare e illudere la popolazione, invece di occuparsi di reperire fondi, dpi, studiare un piano di riprenotazione e predisporre gli ambulatori in maniera strutturale per evitare i contagi. Se oggi questi signori pensano di poter vivere e continuare ad ingannare, giocare e speculare tranquilli, sbagliano- avvertono le attiviste- Lo abbiamo promesso in sede d’incontro, e noi al contrario di loro manteniamo le promesse, continueremo a vigilare e continueremo a disturbare il loro sonno fino a quando non otterremo cio’ che ci spetta: visite, esami e terapie subito”, concludono.

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