Epatite acuta nei bambini, nessuna connessione con i vaccini. La circolare del Ministero per segnalare casi sospetti

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La misteriosa epatite acuta che sta colpendo i bambini non sarebbe collegata con i vaccini anti-covid. È questa una delle precisazioni che ci tiene a fare il Ministero della Salute che proprio oggi ha emanato una circolare (Leggi e scarica qui ) per fare il punto sulla situazione in Italia e in Europa, oltre che fornire linee guida per gestire o segnalare eventuali casi sospetti.


Inizialmente comparsi nel Regno unito, i casi di epatite acuta a eziologia sconosciuta in età pediatrica si sono diffusi anche nel resto d’Europa e diventati oggetto di approfondimento anche da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che sta tentando di valutare il rischio e le azioni da intraprendere per contenere il contagio.

I casi segnalati in Europa

I casi segnalati nel Regno Unito a partire da gennaio 2022 agli inizi di aprile erano un totale di 74, la maggior parte dei quali in bimbi di età compresa tra 2 e 5 anni. La grave epatite acuta si manifesta con livelli aumentati di enzimi epatici (AST o ALT maggiori di 500 IU/L) e in molti casi con ittero. Nei casi più gravi è stato necessario procedere ad un trapianto di fegato.

I sintomi pregressi più comuni sono stati problemi gastrointestinali tra cui:

  • dolore addominale,
  • diarrea
  • vomito

Al 21 di aprile 2022 i casi registrati nel Regno Unito sono saliti a 108 (di cui 8 sottoposti a trapianto). Dopo le segnalazioni in UK i casi di epatite acuta di origine sconosciuta sono state riportate anche in altri Paesi tra cui:

  • Irlanda (3 casi )
  • Spagna (13 casi )
  • Paesi Bassi (4 casi di cui in 1 necessario trapianto)
  • Danimarca: 3 (forse 4) casi da dicembre;
  • Francia: 2 casi sospetti;
  • Belgio: 1 caso di 10 anni risultato positivo al test per Adenovirus;
  • Romania: 1 caso di 4 anni con esordio a marzo 2022

E in Italia

Al 22 aprile nel nostro Paese sono gunte 11 segnalazioni provienti da diverse regioni italiane di cui 3 sono risultati “casi confermati”.

Possibili cause e correlazioni

Al momento sulle cause circolano solo ipotesi e teorie, una fra tutte quella infettiva avanzata dalle autorità sanitarie che stanno indagando nel Regno Unito, in particolare gli esperti avrebbero individuato nell’infezione da Adenovirus una possibile causa scatenante. Si legge sul documento del Ministero:

Le infezioni da Adenovirus sono comuni e di solito provocano una malattia lieve, con sintomi simili al raffreddore, vomito e diarrea. La maggior parte delle persone infettate da un Adenovirus non presenta complicazioni. Gli Adenovirus non causano comunemente l’epatite, che è una complicazione rara, nota di solito tra gli individui immunocompromessi. Si potrebbe ipotizzare o la comparsa di una nuova variante in circolazione che causi una grave epatite nei bambini, o che una variante comunemente in circolazione stia colpendo soprattutto bambini più piccoli forse immunologicamente non protetti in relazione alla minore circolazione di Adenovirus durante la pandemia COVID-19.

Al momento però il ruolo giocato dagli Adenovirus nella eziologia di queste forme di epatite acuta, ipotizzato da ricercatori UK, non è assolutamente confermato in via definitiva. Sono state avviate, e sono tuttora in corso, anche indagini tossicologiche.

Ciò che invece è stato voluto escludere perentoriamente è la possibile correlazione con il vaccino anti-covid:

Non è stato identificato alcun legame con il vaccino anti COVID-19 e un questionario somministrato ai casi, su alimenti e abitudini personali, non ha identificato alcuna esposizione comune.

Cosa fare se si sospetta un caso di epatite acuta ?

Nella circolare il ministero esorta in particolare i pediatri e i medici di famiglia a segnalare ogni eventuale caso di epatite acuta che risponda alla definizione di caso attualmente adottata dall’OMS e dall’Istituto superiore di sanità ai seguenti indirizzi:

• malinf@sanita.it
• epa2022@iss.it

Le email dovranno contenere l’oggetto : SEGNALAZIONE CASO EPATITE DI ORIGINE SCONOSCIUTA.

Vista l’incertezza della fase, si invita a segnalare anche i casi parzialmente rispondenti alla definizione e di effettuare approfondimenti epidemiologici e di laboratorio sui pazienti sospetti anche quando non pienamente rispondenti .

Fonte: Ministero della Salute

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