Eco-ansia: come l’emergenza climatica influisce negativamente sulla nostra salute mentale

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Si parla molto delle conseguenze psicologiche dell’emergenza coronavirus ma che dire di quella climatica? Ebbene, secondo la dottoressa Margaret Klein Salamon, autrice del libro “Facing the Climate Emergency: How to Transform Yourself With Climate Truth“, molte persone sono profondamente spaventate da quello che sta accadendo a livello ambientale ma non riescono ad affrontare le emozioni negative che ne derivano, dalla paura a veri e propri attacchi di panico.


Secondo la dottoressa, che è psicologa clinica e attivista climatica, fondatrice di The Climate Mobilization, l’emergenza climatica non è solo ambientale, ma anche personale, emotiva, persino spirituale. Nella sua pratica clinica ha infatti incontrato molte persone che se ne sentivano sopraffatte e ha offerto loro consigli per venire a patti con la realtà.

Si tratta di persone che hanno compreso quanto la questione sia allarmante e quanto ci riguardi da vicino, e che proprio per questo si sono ritrovate a lottare con le implicazioni emotive derivanti dal problema, ritrovandosi spesso sole in questo disagio, a tal punto da domandarsi se ci fosse qualcosa di sbagliato in se stessi.

Non è la prima volta che qualcuno si accorge delle conseguenze psicologiche dei cambiamenti climatici, per esempio uno studio sugli effetti psicologici del cambiamento climatico sui bambini aveva evidenziato che esso aumenta il rischio di sviluppare PTSD, depressione, fobie, ansia, disturbi del sonno e dell’attaccamento. E in un articolo pubblicato nel 2019, la psicoterapeuta Linda Buzzell e il professore di psicologia Craig Chalquist hanno parlato di eco-ansia, definita dall’American Psychological Association (APA) come la paura cronica della rovina ambientale. La paura del futuro che ci aspetta!

La dottoressa afferma che per affrontare questa emergenza climatica sia importante in primo luogo affrontare la verità, anziché fingere che non ci sia nulla di cui preoccuparsi. Quindi accogliere la paura e il dolore che possono derivare da questa consapevolezza, senza volerli negare né giudicare. In terzo luogo immaginare in modo diverso le proprie vite ripensandole alla luce dell’emergenza, in modo da incoraggiare se stessi ad assumersi la responsabilità di proteggere l’umanità e il Pianeta.

FONTI: Psychology Today

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