Coronavirus, la raccolta fondi #uscirnesipuò dona poltrone all’ospedale di Bisceglie

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A lanciarla Carlo, il primo a risultare affetto da Covid-19 nella provincia di Barletta-Andria-Trani lo scorso 3 marzo

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BARI – “I pazienti e tutto il personale della Uoc di Malattie infettive del presidio ospedaliero di Bisceglie ringraziano di cuore la raccolta fondi #Uscirnesipuò e il suo promotore Carlo Crescente, per la generosa donazione di poltrone destinate alle stanze di degenza”. È l’incipit della lettera che la Asl Bat ha inviato a Carlo Crescente, 48enne tranese che suo malgrado resterà nella storia della provincia a nord di Bari.
Perché Carlo è stato il paziente uno della zona, il primo a risultare positivo al coronavirus lo scorso 3 marzo.
Un’esperienza per lui tremenda: “sentivo di essere positivo.
Rientravo da un evento fieristico a Milano, avevo un’agenda piena che comprendeva anche la trasferta a Lione per seguire la Juve ma il virus mi ha fermato”, racconta alla Dire. Nei 22 giorni di degenza, Carlo ha anche visto “persone morire in assoluta solitudine: un cosa che non dimenticherò mai. Come non dimenticherò il rumore delle macchine dell’ossigeno, i dolori alle braccia per le flebo, le notti insonni: è stato drammatico”. Lasciato l’ospedale, il 48enne imprenditore ha voluto dare vita a una raccolta fondi per “aiutare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari che si sono fatti in quattro per noi malati. Di molti di loro non conosco neppure il volto ma non smetterò mai di ringraziarli”. È nata così la raccolta fondi #Uscirnesipuò con cui sono stati raccolti soldi da destinare all’ospedale. Una parte è servita a comprare le poltrone “comodissime e dotate di comandi elettrici per la movimentazione indipendente delle varie componenti – si legge nella lettera della Asl – che renderanno certamente più confortevole il soggiorno dei pazienti e più efficace il loro recupero neuromotorio, specie dopo un allettamento protratto”. “In un momento così difficile, le donazioni alle strutture ospedaliere rappresentano un grande gesto di generosità e civiltà”, conclude la lettera. Carlo ora sta bene ma chiede a tutti di rispettare le regole anti contagio e a chi lotta contro l’infezione ricorda che “uscirne si può”.

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