Colesterolo alto: ecco i farmaci alternativi alle statine (con meno effetti collaterali) che riducono i rischi di infarti o ictus

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Il colesterolo alto può essere la causa di molto problemi legati alla nostra salute, tra cui l’alto rischio di incorrere maggiormente in malattie cardiache.  Normalmente per il trattamento della ipercolesterolimia vengono utilizzate le statine, un gruppo di farmaci a base di principi attivi utilizzati per abbassare i livelli di grassi nel sangue, cioè di colesterolo e trigliceridi. (Leggi anche: Effetti collaterali delle statine: il farmaco per il colesterolo potrebbe causare epatite, i sintomi a cui fare attenzione)


Le statine possono però avere diversi effetti collaterali: possono diventare, ad esempio, la causa di fastidiosi problemi muscolari anche di natura molto grave. Per ovviare a questi eventuali problemi, uno studio ha evidenziato l’azione  farmaci alternativi alle statine, da utilizzare per tenere sotto controllo il colesterolo e ridurre il rischio di malattie cardiache, che hanno minori effetti collaterali.

Come riportato sulla rivista medica The BMJ, vi sono due farmaci, in particolare, che aiuterebbero a ridurre i livelli di colesterolo nel sangue e a prevenire ictus e attacchi di cuore. Si tratta degli inibitori di ezetimibe e PCSK9. Entrambi i principi attivi agirebbero riducendo l’assorbimento del cosidetto colesterolo cattivo – LDL – dagli alimenti e la produzione di colesterolo nel corpo.  In particolare:

  • L’ezetimibe è un farmaco capace di inibire selettivamente l’assorbimento intestinale del colesterolo assunto con la dieta e di quello proveniente dalla bile, senza causare gli effetti collaterali tipici delle resine sequestranti gli acidi biliari.
  • Il PCSK9 invece, è un enzima codificato, nell’uomo, dal gene PCSK9 sul cromosoma 1. Esso regola la degradazione del recettore LDL per il colesterolo.
farmaci alternativi statine

@BMJ

Lo studio riportato da The BMJ, ha coinvolto ben 83.660 pazienti. Dai risultati ottenuti è emerso come ezetimibe e PCSK9  ridurrebbero gli attacchi di cuore e gli ictus nei pazienti esposti ad un alto rischio cardiovascolare. Inoltre i due farmaci in questione non avrebbero riportato grandi effetti collaterali, se non per quanto riguarda il PCSK9, che richiedere di essere iniettato e può, pertanto, provocare reazioni (seppur minime) nel sito di inoculazione.

Fonte: BMJ

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