Citrobacter, tutto sul batterio killer che colpisce i neonati

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Stronati (Società italiana Neonatologia): "Può causare epidemie negli ospedali"

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ROMA – Si chiama ‘Citrobacter koseri’ ed è il nuovo batterio che turba la serenità dei neogenitori, risulta essere pericoloso soprattutto per i neonati pretermine. Il suo soprannome è ‘batterio killer’, ma perché è tanto pericoloso, come si trasmette e, soprattutto, come si cura? Per conoscerlo meglio la Dire ha chiesto a Mario Stronati, past president della Società italiana di neonatologia (Sin), di fare chiarezza.

COS’E’ IL CITROBACTER KOSERI E COME SI TRASMETTE

“E’ un bacillo Gram negativo appartenente alla famiglia delle Enterobacteriaceae che possiamo trovare nel suolo, nelle acque, nel tratto gastrointestinale e quindi nelle feci. Può essere trasmesso da una madre colonizzata durante il parto, ma più frequentemente attraverso le mani del personale sanitario o latte contaminato. Il microrganismo presenta una notevole capacità di diffusione e quindi può essere causa di gravi epidemie nosocomiali”, fa sapere Stronati.

PERCHE’ E’ PERICOLOSO PER I NEONATI

“Risulta essere particolarmente pericoloso per i pazienti debilitati, immunocompromessi e specialmente per i neonati pretermine che sono soggetti ad alto rischio. Questi neonati- precisa il medico- presentano difese ridotte e spesso necessitano di cure intensive. Sono quindi sottoposti a procedure diagnostico-terapeutiche invasive che aumentano le probabilità di acquisire un’infezione”. Da un punto di vista clinico “l’infezione neonatale da Citrobacter si manifesta più frequentemente con un quadro di sepsi-meningite spesso complicata dalla presenza di ascessi cerebrali (nel 76% dei casi). Meno frequentemente può essere causa di infezioni ossee, polmonari e del tratto urinario. La prognosi è grave- sottolinea Stronati- infatti la mortalità nei neonati con meningite è molto alta raggiungendo il 30%, mentre il 75% dei sopravvissuti presenta delle sequele neurologiche come ritardo mentale, emiparesi, convulsioni e ritardo nello sviluppo neurologico”.

COME SI CURA

“Il trattamento si basa sull’uso di antibiotici come le cefalosporine e gli aminoglicosidi, ma purtroppo questo microrganismo molto spesso nelle terapie intensive risulta essere resistente a tanti antibiotici e quindi la cura diventa problematica”.

COS’E’ LA MULTIRESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI

“La resistenza agli antibiotici si verifica sempre più frequentemente e in tempi sempre più brevi e già oggi vi è il reale rischio di doversi confrontare con microrganismi resistenti a tutti gli antibiotici a disposizione. Negli Stati Uniti, ogni anno circa 2 milioni di persone contraggono un’infezione da batteri resistenti, e si stimano 23.000 decessi/anno causati da questi batteri per un costo complessivo di 20 miliardi di dollari. Si prevede che nel 2050 i decessi dovuti a microrganismi multiresistenti saranno circa 10.000.000 se non si attueranno provvedimenti efficaci.
Le infezioni nosocomiali sono oggi, purtroppo, un evento impossibile da eliminare completamente- conclude Stronati- in particolare nelle terapie intensive, ma devono essere messe in atto tutte le misure igienico sanitarie atte a ridurle il più possibile”.

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