Chi si mette alla guida dopo una call è più distratto

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Chi si mette alla guida dopo una call è più distratto. Stravolti, apatici, decisamente poco concentrati: come se fossimo degli zombi, o meglio zoom zombie. È così che racconta gli automobilisti in tempi di pandemia il Distracted Driving report: lo studio annuale di Root Insurance che analizza le cause che ci rendono più distratti alla guida e quindi potenzialmente più pericolosi. La prima? Le videochiamate: il 54% dei partecipanti allo studio (effettuato su 1800 adulti in 29 stati americani) ha dichiarato di avere seri problemi di concentrazione in auto dopo aver partecipato a una videoconferenza. I più colpiti sono i giovanissimi della Generazione Z (87%) e i Millenial (88%), che poi sono gli stessi che hanno riferito di usare più frequentemente il cellulare da quando c'è la pandemia. In generale, lo studio conferma un aumento generalizzato dei device elettronici anche alla guida: il 64% degli automobilisti controlla d'abitudine il proprio telefono mentre è in auto con una frequenza contemporaneamente maggiore (il 25% ha dichiarato di controllarlo almeno ogni 15 minuti, contro il 17% di un anno fa).


«Il COVID-19 ha cambiato radicalmente il modo in cui interagiamo con i nostri veicoli», ha affermato Alex Timm, fondatore e CEO di Root Insurance. «Poiché molti sono passati improvvisamente a una vita virtuale, la dipendenza dalla tecnologia è aumentata notevolmente insieme al tempo trascorso davanti allo schermo, facendo sì che la maggior parte dei conducenti portasse questo comportamento distratto nei propri veicoli. Le cose che facciamo in salotto, però, non dovremmo portarle al volante».

Né dovremmo portare al volante la stanchezza di una giornata di lavoro trascorsa davanti allo schermo con una videochiamata, particolarmente impegnativa perché richiede di controllare comunicazione verbale, non verbale, facendo contemporaneamente i conti con cali di connessione e altri imprevisti che capitano in una casa che, per i tanti che sono in smartworking, improvvisamente si è trasformata in un ufficio. Ecco perché poi è più faticoso fare altre attività dopo, e anche rischioso se si tratta di mettersi in macchina.

Stefan van der Stigchel, professore di Psicologia all'Università di Utrecht, commentando lo studio con Fast Company ha infatti spiegato che l'attenzione dopo le videochiamate è limitata, quindi bisognerebbe trovare dei diversivi per ricaricare il cervello prima di dedicarsi ad altro: fare cose completamente diverse e slegate dalla tecnologia, per esempio il bucato o altre faccende di casa. Alternativa con effetto duraturo, sarebbe allenarsi a nuove modalità di lavoro: alternare videocall a semplici chiamate, magari imporsi 10 minuti di pausa tra l'una e l'altra.
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GQItalia

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