50 anni fa l’uomo sulla Luna: tutte le tappe passate e future della corsa allo Spazio

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Cinquant’anni fa, esattamente 50 anni fa, gli esseri umani hanno scritto la Storia, quella con la S maiuscola, rendendo possibile ciò che sembrava prima impossibile: portare degli uomini sulla Luna.  La missione Apollo 11 della NASA ha permesso a degli astronauti americani di muovere i primi passi sull’unico satellite naturale della Terra. Era il 20 luglio 1969, cadeva di domenica. Quel giorno, l’astronauta Neil Armstrong pronunciò una delle frasi più famose di tutti i tempi: “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Di sicuro fu un enorme fuga in avanti per gli Stati Uniti nella corsa allo spazio contro l’Unione Sovietica. I due schieramenti opposti della Guerra Fredda si sono infatti rincorsi per oltre un decennio prima che gli americani mettessero a segno il colpo del ko.  Un testa a testa fino alla linea del traguardo Erano gli anni in cui l’Unione Sovietica comunista e gli Stati Uniti democratici e capitalisti iniettavano miliardi anche in un’altra corsa, parallela: quella per gli armamenti nucleari.  Il satellite “Sputnik” fu il primo oggetto costruito dall’uomo ad entrare nell’orbita terrestre nel 1957: fu quello il momento che diede simbolicamente il via alla gara. Nel 1958, il presidente degli Stati Uniti Dwight D Eisenhower creò la National Aeronautics and Space Administration (NASA) per raccogliere il guanto di sfida lanciato dai sovietici. Il vantaggio iniziale dei russi appariva incolmabile.  Pochi anni dopo la creazione della NASA, i sovietici mandarono in orbita e fecero ritornare sani e salvi i primi animali, i cani Belka e Strelka, dopo un’orbita terrestre. Era il 1960. La famosa cagnetta Laika morì in poche ore al primo tentativo, tre anni prima. L’ex stato comunista riuscì anche a mandare il primo essere umano nello spazio. Si tratta del cosmonauta Yuri Gagarin, decollato dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan ( lo stesso da cui partirà il nostro corrispondente dallo Spazio, l’astronauta Luca Parmitano ): fu in grado di completare un’orbita della Terra durante un volo spaziale della durata di 108 minuti. Era il 12 aprile 1961. Appena 23 giorni dopo, gli americani mandarono Alan Shepard nello spazio con un volo molto più breve di quello di Gagarin. Shepard trascorse lassù poco più di 15 minuti ma sarebbe tornato a camminare sulla Luna nel 1971. Più tardi, sempre nel mese di maggio 1961, il presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, comunicò alla Nazione l’ambizioso obiettivo di far atterrare, anzi, allunare un uomo sul satellite terrestre.  “Credo che questa nazione dovrebbe impegnarsi a raggiungere l’obiettivo di far atterrare un uomo sulla Luna e riportarlo sulla Terra prima della fine di questo decennio”, le parole di Kennedy agli americani. “Nessun singolo progetto spaziale in questo periodo sarà più impressionante per l’umanità o più importante per l’esplorazione dello spazio a lungo termine, e nessuno sarà così difficile o costoso da realizzare”. Kennedy non arrivò mai ad assistere a ciò che aveva sognato: fu infatti assassinato nel 1963. Ma fu quel suo discorso a gettare le basi politiche che avrebbero permesso a Buzz Aldrin e Neil Armstrong, otto anni più tardi, di restare 21 ore e 36 minuti sulla superficie lunare, mentre il pilota del modulo di comando – Michael Collins – orbitava sopra di loro.  Ma facciamo un ultimo passo indietro. Furono ancora una volta i sovietici a battere gli americani nel 1965 effettuando la prima, vera passeggiata nello spazio con Alexei Leonov. Durò 12 minuti. Ed White seguì l’esempio russo tre mesi dopo rimanendo nel vuoto per 23 minuti e aprendo la strada alla missione spaziale americana Apollo 11. White sarebbe morto due anni dopo nell’ambito della tragica missione Apollo 1, ucciso dall’incendio scoppiato all’interno della capsula di simulazione in Florida.  Il programma Apollo fu messo in stand-by dopo l’incidente per due anni, ma alla fine l’Apollo 8 riuscì a portare un equipaggio sulla Luna, anche se nessuno sbarcò sul satellite in quella occasione. Gli astronauti restarono in orbita e trasmisero le immagini in diretta dallo Spazio alla vigilia di Natale del 1968; assistettero anche alla prima “alba terrestre”. Un balzo da gigante per l’umanità La missione di Armstrong, Edwin “Buzz” Aldrin e Collins, decollata da Cape Kennedy il 16 luglio 1969, fu trasmessa in diretta a circa 650 milioni di persone in tutto il mondo appena sette mesi dopo.  Menter Aldrin e Armstrong erano sulla Luna, Collins stazionava ad appena 96,5 chilometri sopra la superficie del satellite.  Molte persone nel corso degli anni hanno chiesto a Collins se si sentisse “solo”, lì in orbita, ma lui ha sempre risposto di no, aggiungendo di essersi piuttosto goduto “la pace e la tranquillità”. Era a suo agio, caffé caldo e musica a volontà. Il modulo lunare si sarebbe ricollegato al “modulo di comando e servizio” della Columbia prima del ritorno dei tre astronauti sulla


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